Rifiuti, strade non asfaltate da decenni, crisi idrica ad ogni estate, nessun spazio ludico per i bambini e per i più giovani. Siamo a Mosorrofa, quartiere collinare di Reggio Calabria. Il paese natio di Francesco Nucara, storico segretario nazionale del Partito Repubblicano, deceduto il 12 maggio scorso. Ma anche il paese di Andrea Monorchio, economista, dirigente pubblico e accademico che è stato ragioniere generale dello Stato. Un paese storico di oltre 2mila abitanti, dalle importanti influenze greche (le vie ad esempio sono contrassegnate sia in italiano che in greco), un borgo lasciato nell’abbandono.
Per queste ragioni il comitato di quartiere presieduto da Pasquale Andidero ha raccolto 350 firme per dire basta al degrado e all’incuria. Hanno scritto al Prefetto Mariani per chiedere risposte e sono pronti ad andare avanti con altre iniziative di protesta dopo essere scesi in piazza il 7 maggio scorso.
D’altronde la situazione di incuria e abbandono è evidente. Salendo verso Mosorrofa, in contrada Placa, ci troviamo davanti ad una curva pericolosa frutto di lavori mai portati a termine dopo la frana che colpì l’area tra l’abitato di Sala e Mosorrofa. E ancora, un manto stradale disconnesso e malridotto (addirittura gli ultimi lavori sull’asfalto a Mosorrofa risalgono al 1980), ma anche curve pericolose con guard rail malposti e con un muretto in cui in bella vista ci sono dei ferri nel cemento armato che pongono a rischio l’incolumità di chi transita da quelle parti. E ancora, un paese senza nessuna area ludica, nessun gioco per bambini, un campo sportivo abbandonato da decenni, un altro che sarebbe dovuto sorgere in località Bufano, ma che non ha mai visto la luce. Ma non è finita qui: perchè in uno dei luoghi più incontaminati del paese, affacciato su rigogliosi terreni un tempo giardini fertili dove vi erano dei pozzi, è presente una mega discarica dove nel corso…
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-05-26 05:43:40