Alcuni dei delitti contestati dalla Procura di Locri agli indagati dell’operazione “Transilvania” – eseguita dai Carabinieri nei giorni scorsi con l’esecuzione di 16 misure cautelari e 59 indagati – risultano commessi all’estero, poiché gran parte delle condotte di presunta circonvenzione avvenivano per via telefonica ad opera delle adescatrici che si trovavano in Romania e che, proprio per tali ragioni, secondo gli investigatori dei carabinieri, tentavano di estorcere denaro alle vittime con la promessa di raggiungerle in Italia e trascorrere la vita insieme. «Tuttavia ciò – rileva il gip Cristina Foti nell’ordinanza custodiale – non esclude la configurabilità del delitto di riciclaggio» atteso che una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che «in tema di riciclaggio, il reato può essere anche commesso all’estero (fattispecie di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di ingenti somme di denaro… con successiva movimentazione delle somme mediante il compimento di operazioni bancarie e sul circuito di “money transfer”, al fine di ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa delle stesse)».
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-05-23 01:30:30