Comunicazioni da parte dell’azienda direttamente al paziente, invio degli apparecchi a casa, App che consentono di prendere l’appuntamento con il dentista più vicino che non fa la diagnosi ma funge da semplice ‘braccio’. Si diffonde sempre di più, in tutto il mondo, Italia compresa, il fenomeno di un particolare ‘fai-da-te’ per gli allineatori dentali trasparenti, con i produttori che “si rivolgono direttamente ai pazienti bypassando il professionista, che diventa a tutti gli effetti un ‘prestanome virtuale’ perché non fa diagnosi, esegue solo quanto stabilito da un clin-check anonimo, convinto di avere maggiori opportunità di lavoro, ignaro invece della responsabilità medico legale che pesa sulle sue spalle”. E non senza rischio per i pazienti. Lo denuncia all’Adnkronos Salute Raoul D’Alessio, docente di ortognatodonzia e coordinatore del Sindacato unitario specialità ortognatodonzia (Suso).
Nella cura del sorriso 4.0 il fai da te e la ‘disintermediazione’, che ‘scavalcano’ la figura di garanzia della salute, ovvero il dentista, sembrano essere sfuggiti un po’ di mano, denuncia D’Alessio. “L’azienda – racconta il coordinatore Suso – pubblicizza il trattamento ortodontico con allineatori trasparenti e acquisisce nuovi pazienti attraverso campagne di marketing. I pazienti, poi, prenotano online un appuntamento gratuito e vanno dal dentista partner, per una scansione intraorale negli orari disponibili. Lo scanner intraorale è una dotazione dell’azienda e la scansione viene poi inviata ai laboratori aziendali i quali provvedono alla elaborazione del piano di trattamento”.
Gli allineatori, poi, “vengono spediti direttamente al paziente che si presenta nello studio indicato dall’azienda, dove vengono fatti gli attachment a cui seguono visite di controllo in remoto tramite un’app. Per ogni prestazione è previsto un compenso economico per l’operatore, al quale l’azienda dice che è esonerato da qualsiasi…
Fonte www.adnkronos.com 2022-05-10 19:36:28