Io mi sento più calabrese che nordica, nonostante abbia trascorso più tempo al Nord che al Sud. Sento un legame profondo e se potessi scegliere un luogo dove vivere, che non fosse Roma, opterei per la Calabria o la sorella Sicilia». Parole e musica di Anita Caprioli, una delle attrici più apprezzate e di talento del panorama italiano anche se di lei colpisce subito il fatto di essere persona prima che personaggio.
Legata alle cose semplici, essenziali, veraci che rimandano – come un gioco di sottili corrispondenze – all’amata terra calabrese che ha respirato in varie forme, a pieni polmoni, a casa di nonna Anna, originaria dell’Aspromonte.
Anita che voleva fare l’attrice lo ha capito cammin facendo, ma tra le mura domestiche ardeva già una passione particolare: «Le radici fanno parte del nostro background – irrompe la Caprioli con un tuffo nel passato – e condizionano in qualche modo pure le nostre scelte. Nella mia famiglia si respirava l’amore per il teatro e i miei amavano questo mezzo del racconto in maniera diversa. Mamma ha sempre recitato e anche quando ha smesso è rimasta nel settore, mentre papà si è sempre occupato di scenografia. Però, devo dire, che entrambi non mi hanno mai spinto verso una professione in particolare. Anzi sia a me che a mia sorella ci hanno sempre lasciate libere di scegliere. Ma in fondo mi sono ritrovata erede di una passione tramandata».
La Caprioli lo definisce un connubio particolare, quello dei suoi, ma ben amalgamato in cui emergono le cose belle. La madre Cetti Fava era originaria di Santo Stefano in Aspromonte e aveva 13 anni quando si trasferì al Nord con la sua famiglia. E Anita le sue vacanze le trascorreva a Reggio Calabria, dove vivevano i suoi parenti, o a Catona: «Nonna Anna, cuoca sopraffine, in Piemonte ha ricreato la cultura meridionale – ricorda – e non appena varcavi la soglia di casa vedevi una figura che incarnava dei principi…
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-04-14 12:00:40