Al direttore sportivo della Reggina, Massimo Taibi, c’è un pregio – o un difetto, dipende dai punti di vista – che non gli si può negare: la schiettezza. Al netto degli inevitabili “tatticisimi” in sede di trattative, il dirigente palermitano difficilmente gira intorno al discorso, andando al dunque indugi. Ed anche ieri, durante la conferenza stampa sull’esito del mercato invernale, il responsabile dell’area tecnica amaranto non si è smentito: «A me sembra che quando si vince è merito degli altri, quando si prede lo str… sono io».
Ad onore del vero è l’unico momento che “strappa” i toni di un resoconto molto razionale, con un ds particolarmente soddisfatto per aver «raggiunto gli obiettivi di questo mercato». Il breve sfogo è invece riconducibile alle numerose critiche ricevute in questi ultimi mesi, contraddistinti dai risultati negativi della squadra.
«Dobbiamo essere compatti, noi come società lo siamo, lo abbiamo dimostrato anche nell’ultimo giorno di mercato. Serve equilibrio, non mi entusiasmavo quando eravamo secondi, non mi deprimo adesso».
La lettura di quanto avvenuto nel calciomercato invernale ha prologo, copione ed epilogo. «In questa finestra – ha spiegato Taibi – mi è stato chiesto dalla società di rinforzare la squadra senza gravare sul bilancio. Abbiamo fatto entrate ed uscite cercando di non sforare i parametri e ci siamo riusciti».
Ci sono due aspetti fondamentali su cui si è lavorato per vincere la sfida: «Far uscire giocatori, cosa mai semplice perché devi convincerli e trovargli squadra, ed acquistarne nuovi al “prezzo nostro”. La Reggina ci è riuscita “grazie al lavoro svolto insieme al mio collaboratore Fabio Ienco, per un mese abbiamo girato l’Italia affinché questo accadesse. Ho scoperto – ha detto ironicamente Taibi – che Reggio è Miami, nessuno vuole andare via…».
Il colpo in entrata più importante è sicuramente il ritorno di Folorunsho: «Lo volevamo fortemente, sei squadre lo…
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-02-03 07:37:45