(Dall’inviata Elvira Terranova) – Antonello Montante, l’ex potente Presidente degli industriali siciliani, “non ha mai fatto antimafia di facciata” ma per “dodici anni è stato a capo di una cordata di imprenditori che ha contrastato le infiltrazioni mafiose nell’imprenditoria”. “Questo non è un processo come gli altri, è un processo nel quale si giudica un pezzo di storia del nostro vivere associato, un pezzo di storia importante”. In un’arringa difensiva durata oltre sette ore l’avvocato Carlo Taormina, uno dei legali di Montante, cerca di smontare le accuse della Procura generale nel processo che vede alla sbarra l’ex imprenditore, oggi presente in aula, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, favoreggiamento, rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico. Sette ore nel corso delle quali Taormina, che difende Montante con l’avvocato Giuseppe Panepinto, ha parlato delle accuse nei confronti del suo assistito, in cui definisce “pilatesca” la requisitoria del Procuratore generale Giuseppe Lombardo, che ha chiesto per Montante la condanna a undici anni e quattro mesi di carcere, due anni e mezzo in meno della condanna di primo grado a 14 anni di reclusione.
“Questo è un processo pieno di insinuazioni su cui bisogna fare chiarezza”, dice Taormina nel suo lungo intervento, a porte chiuse, perché il processo si celebra con il rito abbreviato e dunque non aperto al pubblico. Per l’accusa Montante sarebbe stato al centro di una vera e proprio rete spionistica utilizzata per salvaguardare se stesso e colpire gli avversari. In primo grado la gup di Caltanissetta Graziella Luparello emise una pena maggiore della richiesta dei pm.
Alla sbarra anche l’ex comandante della Guardia di Finanza di Caltanissetta Gianfranco Ardizzone, condannato in primo grado a tre anni, il sostituto commissario di polizia Marco De Angelis, condannato a 4 anni, il responsabile della sicurezza di…
Fonte www.adnkronos.com 2022-04-09 15:42:52