«Non nascondo che i primi periodi sono stati duri ma con il tempo sono riuscito a riprendere la mia vita e costruirne una nuova con gratitudine. Perché molti, purtroppo, non hanno avuto questa possibilità. Quando mi hanno dimesso dall’unità spinale di Firenze mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Dopo mesi uscii da lì in carrozzina, dovevo resettare tutto e ripartire». Nel 2009 un incidente motociclistico gli cambiò completamente la vita, facendogli perdere l’uso delle gambe. E quel giorno lo ricorda come fosse ieri e appare come un flashback dalla memoria. Era una giornata lavorativa come tante e alla destinazione mancava solo una svolta. Ma qualcuno gli tagliò la strada. Eppure, Pasquale Greco, classe 1982, tennista paralimpico che vive a Prato, ma che ha cuore e radici in Calabria, usa ancora, normalmente, un verbo particolare: “correre”, non a caso. Perché corre verso i suoi obiettivi, tanti, volando senza quei piedi che diventano superflui quando a darti gas ci sono le ali della forza di volontà.
«Sono originario di San Mauro Marchesato, nel Crotonese, però vivo ormai da tantissimi anni in Toscana. Ho lasciato la mia terra meravigliosa molto presto per motivi lavorativi, raggiungendo Torino prima e Prato poi, dove viveva Rosy, colei che sarebbe diventata mia moglie. In piedi, prima che la mia vita cambiasse, sciavo e ho imparato proprio da solo, a furia di ruzzoloni, tra le montagne innevate della Sila. E anche dopo l’incidente avevo provato con il monosci, anche se poi sono stato completamente rapito dal tennis in carrozzina». La possibilità di prendere una racchetta in mano il giovane l’ha avuta grazie anche al Gruppo Sportivo Unità Spinale Firenze Onlus, un’associazione che aiuta tutti i diversamente abili che fanno sport con loro: «Tutto iniziò perché un giorno sono stato invitato ad un evento in cui c’era la Nazionale di tennis in carrozzina, e devo dire che da quel momento…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-04-07 12:00:00