«Siamo alle solite». Sale di nuovo la tensione nei rapporti tra l’Asp e la sanità privata: a tuonare è l’Aiop, attraverso il presidente della sezione calabrese Enzo Paolini. «Nonostante gli annunci e le buone intenzioni del presidente della Regione all’Azienda sanitaria provinciale di Reggio si respira l’aria dei (brutti) vecchi tempi, quando i diritti non erano diritti e ogni adempimento da parte della Pubblica amministrazione doveva essere richiesto come una sorta di favore o di benevola concessione», mette nero su bianco il massimo rappresentante dell’Associazione italiana ospedalità privata.
Oggetto del contendere sono, ancora una volta, i pagamenti delle prestazioni rese dalle case di cura. E stavolta si tratta dell’annualità 2021. Spiega lo stesso Paolini: «Sembrava che la musica fosse cambiata quando il commissario dell’Asp Gianluigi Scaffidi aveva riattivato una procedura ferma da mesi riuscendo ad imporre agli uffici almeno una parte dei pagamenti delle prestazioni rese nell’anno 2021. In un momento così drammatico il riconoscimento ed il giusto compenso del lavoro altrui, cioè di chi a sua volta deve puntualmente remunerare centinaia di dipendenti, molti dei quali responsabili di famiglie monoreddito, è una forma di rispetto e di civiltà. Per questo – continua Paolini – nonostante le precedenti polemiche, avevamo valutato con sincero apprezzamento la disposizione della liquidazione delle fatture di agosto e settembre 2021, cui avrebbe dovuto far seguito, secondo gli annunci, il saldo sino a dicembre. Invece non è avvenuto niente, e siamo ripiombati in una crisi che pensavamo di esserci lasciati alle spalle, per cui a Reggio Calabria ci si poteva sentire come tutti i cittadini di questo Paese, partecipi, certo, di una crisi e sofferenti per le difficoltà, ma non vessati nei più basilari dei diritti. Purtroppo non è così».
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-03-31 01:30:10