Il prefetto di Catanzaro,
Castrese De Rosa, é stato in visita stamattina nella sede
dell’Ordine dei giornalisti, accolto dal presidente, Giuseppe
Soluri, e dai componenti del Consiglio, oltre che da una nutrita
rappresentanza della categoria. Un incontro improntato alla
cordialità ed alla costruttività, nel segno del dialogo e della
collaborazione.
Molti i punti toccati dal prefetto De Rosa, a cominciare dal suo
“amore nei confronti della professione giornalistica” essendo
egli stesso un appartenente alla categoria. É iscritto, infatti,
all’Albo dei pubblicisti dell’Umbria, la regione in cui risiede.
Ed ha fatto negli anni giovanili il giornalista in Campania,
come collaboratore de “Il Mattino”.
“Capisco le difficoltà che incontrate oggi nel nostro lavoro –
ha detto De Rosa – perché i tempi sono cambiati e le difficoltà
sono tante, a cominciare dal precariato e dai limiti anche
normativi con cui dovete fare i conti. Ma resto convinto che
quello del giornalista resti il mestiere più bello del mondo
perché essere le sentinelle sul territorio e segnalare in modo
costruttivo le varie problematiche, con onestà professionale ed
impegno, é un ruolo molto gratificante. La libertà di stampa è
un valore che va preservato sempre e comunque e credo che
l’articolo 21 della nostra Carta costituzionale, che sancisce il
‘diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’, con
l’aggiunta che ‘la stampa non può essere soggetta ad
autorizzazioni o censure’, sia il più bello ed é proprio quello
che io amo di più “.
Sollecitato dalle domande dei giornalisti, il prefetto De Rosa
si é detto d’accordo, in particolare, sulla “necessità di
modificare la normativa sugli accessi antimafia nei Comuni. Non
ha senso, infatti, sciogliere un Consiglio comunale, facendo
decadere sindaco e Giunta, a lasciare al loro posto gli apparati
burocratici di quell’ente. Perché é proprio lì che spesso
possono nascondersi il malaffare ed i condizionamenti da parte
della criminalità organizzata”.
Secondo De Rosa, inoltre, “va usato con molta attenzione e
cautela lo strumento delle interdittive antimafia nei confronti
delle imprese perché il rischio é di colpire il tessuto
economico e produttivo di un territorio. Per questo io , prima
di firmare un’interdittiva, ci penso non una ma cento volte
perché mi rendo conto delle conseguenze che ne possono derivare.
In questo senso, devo dire, io sono molto garantista. Va detto,
inoltre, che un prefetto non può essere un buon prefetto se non
conosce il territorio dove lavora e se non incontra e non
ascolta tutti, ed in particolare coloro che sono in difficoltà e
vivono situazioni di disagio. A me, più che parlare, piace
ascoltare. E ho molto apprezzato l’invito all’ascolto che é
venuto, nel giorno del suo insediamento, dal nuovo Procuratore
della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Curcio, al quale
esprimo i miei complimenti. Ho sentito da lui, così come dal
Procuratore Gratteri che dal Procuratore nazionale antimafia,
Melillo, parole che mi hanno riempito il cuore. Ascoltare e
dialogare non è mai tempo perso perché dall’ascolto si impara
tanto. E nella vita, lo dico io che ormai ho i capelli bianchi,
non si finisce mai di imparare”.
Il prefetto ha fatto anche riferimento ai problemi sociali e di
ordine pubblico del territorio. “Stiamo affrontando – ha detto –
la situazione che riguarda alcuni quartieri periferici di
Catanzaro, come viale Isonzo, viale Pistoia, Aranceto. Zone
senz’altro difficili e complesse anche sotto l’aspetto della
criminalità. Ma la soluzione di queste problematiche non é
soltanto una questione di polizia perché richiede l’intervento
di tutte le istituzioni ed una collaborazione che deve essere la
più ampia possibile. Quello che io ho proposto, allora, a tutti
i rappresentanti istituzionali che ho incontrato, é di
costituire una ‘cabina di regia’ in cui valutare, con riunioni
periodiche, la situazione e fare opera di pressione costante
sull’autorità politica ed amministrativa che deve intervenire
per tentare di attenuare, quanto meno, le conseguenze di certe
situazioni. Dobbiamo lavorare, in questo senso, tutti insieme ed
ognuno deve fare la sua parte. Altrimenti non se ne esce”.
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Fonte www.ansa.it 2025-02-04 12:42:19