“Quella di oggi non è una
cerimonia vuota e inutile, non è una passerella, non è un rito
trito e ritrito: è un appuntamento importante perché è il
momento in cui il mondo della giustizia esce
dall’autoreferenzialità per dare conto alla società di come la
giurisdizione sia stata esercitata, facendo il punto della
situazione. E’ un momento di dibattito pubblico e di pacato
confronto”. Con queste parole ha aperto la cerimonia dell’anno
giudiziario il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro,
Concettina Epifanio.
Secondo la presidente tutto quello che accomuna gli uffici
giudiziari del distretto di Corte d’Appello di Catanzaro “è
l’inadeguatezza e l’insufficienza delle relative piante
organiche del personale amministrativo e magistraturale, attesa
la pressante domanda di giustizia che proviene dal territorio.
Un territorio, come tristemente noto, letteralmente soggiogato
dalla presenza di una criminalità organizzata forte e potente
che opera, soprattutto, in forma organizzata, coinvolgendo
spesso e pesantemente anche la popolazione minorile, data la
struttura su base familiare di quella che oggi viene
riconosciuta unanimemente come la più temibile e potente
organizzazione criminale al mondo, la ‘ndrangheta”.
Anche da parte di Epifanio è arrivata una considerazione in
merito alla lentezza dei processi: “Ogni governo ha le sue
ricette – ha sostenuto la presidente Epifanio – in materia di
giustizia, ogni governo ritiene di dover intervenire, ma in
questi miei 41 anni di magistratura il problema dei problemi
permane, e si chiama lentezza dei processi, anche se su questo
versante sono stati fatti in verità notevoli passi in avanti”.
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Fonte www.ansa.it 2025-01-25 12:42:50