Da un lato Winston Churchill, dall’altro Martin Luther King e al centro Andrew Jackson: il busto del premier britannico è tornato ad arredare lo Studio Ovale accanto al ritratto del primo presidente americano populista su specifica richiesta di Donald Trump.
Donato da Downing Street nel 1965 subito dopo la morte del leader Tory, il busto di Churchill da tempo è al centro di polemiche e peregrinazioni. Entrò nell’Oval Office con George W.
Bush in omaggio all’alleanza con Londra nella ‘coalizione dei volenterosi’ mentre Barack Obama lo fece spostare fuori dalla porta. Tornato in auge nel Trump I, era di nuovo uscito con Biden. Al centro di polemiche anche Jackson, amato da Ronald Reagan, meno dai successori. Eroe militare il cui obiettivo era aiutare ‘l’uomo comune’, ma che cacciò i nativi della Nazione Cherokee dai loro territori provocando migliaia di vittime, il settimo capo della Casa Bianca è considerato un antesignano del neo presidente.
Nel restyling è sparito un grande ritratto di Franklin Delano Roosevelt, eroe del New Deal che Biden aveva adottato come modello di Commander in Chief alle prese con molteplici crisi.
In magazzino, secondo il Wall Street Journal, è tornato anche un busto di Robert Kennedy che campeggiava vicino al caminetto.
Trump, che ne ha nominato il figlio Rfk Jr ministro della Salute a dispetto delle credenziali no-vax, ha tenuto invece un ritratto di Benjamin Franklin, inventore e statista, che Biden aveva appeso a simbolizzare l’importanza della scienza.
Altri dettagli: le tende color oro alle finestre, tocco introdotto da Trump otto anni fa, erano rimaste con Biden che però aveva rimosso il tappeto dello stesso colore, un trademark della Trump Organization. Entrambi i presidenti hanno tenuto la scrivania Resolute, donata nel 1880 dalla regina Vittoria, su cui The Donald ha posizionato il ‘pulsante Diet Coke’ con cui ordinerà ai camerieri di portargli la sua bibita preferita.
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