Seduce con bagliori metallici e morbidi velluti, fantasie leopardate ed eleganti cravatte, l’uomo vestito Emporio Armani per il prossimo inverno, che ha sfilato a Milano su una passerella tutta nera, dominata da una colonna-totem ruotante con il nome del brand e il suo indirizzo di riferimento, via Manzoni 31, a Milano.
Perché tutto nasce sempre da lì, da quella casa che è emblema di un Dna che si arricchisce ogni volta di nuove evoluzioni. “Ho voluto creare – spiega Giorgio Armani – una collezione allo stesso tempo vivace e misurata. Mi piace l’idea di giocare con elementi estremi, come il metallo e i maculati, i tessuti a pelo lungo e i broccati, sempre visti attraverso la mia personale visione dello stile, creando qualcosa di elegante, con personalità, dall’equilibrio singolare”.
Sono tante personalità e sfaccettature diverse quelle che si inseguono in passerella, sotto gli occhi di ospiti come gli attori internazionali Toby Wallace e Zeng Shunxi, e degli italiani Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, lanciati dalla serie Sky ‘Hanno ucciso l’uomo ragno’. Sono ideali ospiti di un club internazionali, un salotto frequentato da uomini impeccabili in lunghi cappotti e mantelli fatti di tessuto a pelo lungo, abiti a tre pezzi con tanto di panciotto e catena, blazer con revers e spalle decise, pantaloni ampi a vita alta, mossi dalle pinces profonde, indossati su scarpe dalle suole spesse. Sono uomini che non rinunciano quasi mai alla cravatta ma si concedono anche l’animalier su cappotti, camicie e mocassini, la luminosità di pullover realizzati con metallo filato, la preziosità di giacche in broccato, la luminosità di ricami argentati per la sera. Sanno miscelare con eleganza tocchi di mondi diversi, come nell’uscita finale: un ampio cappotto in montone a pelo lungo stirato indossato con tuxedo, camicia, papillon e cappello orientale, per essere eleganti cittadini del mondo in ogni dove.
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