“Finora, e con suo merito, Giorgia Meloni ha scelto la prudenza e il senso di responsabilità. Le sue due vere, grandi opzioni sono state in continuità con il predecessore Draghi”, scrive Antonio Polito sul Corriere della sera. “La prima: sostenere l’Ucraina senza se e senza ma, mettendosi al centro dell’Europa che respinge i piani neo-imperiali di Putin. La seconda: tagliare le tasse sul lavoro, ampliando e rendendo permanente la riduzione del cuneo fiscale. Il corollario di queste due scelte, non scontato per chi veniva da un passato populista e ha un alleato come Salvini, è stata la decisione di non sfasciare i conti pubblici, rilanciando così la credibilità del nostro Paese”, aggiunge.
“Nel limbo, come si sa, non si scontano pene, e questo spiega la finora inscalfibile popolarità di Giorgia Meloni: sono rari i governi che a due anni dall’inizio del mandato abbiano più o meno lo stesso consenso con cui erano partiti. Ma adesso? Dove porta la strada che, con uno slogan di involontaria reminiscenza togliattiana, è stata definita ad Atreju ‘la via italiana’? Quale può o deve essere l’ambizione di una leader che ha superato la prova di maturità, e ora gode delle migliori circostanze storiche?”, scrive ancora Polito nel suo editoriale.
“Ci sono due strategie possibili: attendere o agire. Attendere sulla riva del fiume le elezioni tedesche, la fine della lunga crisi del modello francese, le scelte che farà Trump su dazi e guerre. Oppure intraprendere adesso un’iniziativa che ci renda davvero leader di una nuova Europa. Per esempio: provare a costruire una coalizione di Stati per la difesa europea e il debito comune nelle spese militari, che sono oggi il tema esistenziale per la Ue. E ancora: attendere che si avviti la nostra crisi industriale, un declino strutturale che sta cambiando la faccia dell’economia nazionale, sempre più retta da turismo, servizi ed edilizia, e sempre…
Fonte www.adnkronos.com 2024-12-17 10:13:34