“Occorrerebbe forse seguire le altalenanti vicissitudini del ‘centro’ e dei suoi inquieti inquilini con più rispetto e insieme però con più rigorosa severità. Infatti il centro è il luogo in cui la politica italiana ha prodotto -in passato- grandi risultati. E tuttavia è anche il luogo in cui, più di recente, ha dato l’idea di essersi perso una volta per tutte. Andrebbe detto allora che i meriti del passato non offrono una rendita sicura al giorno d’oggi.
Ma anche che gli errori, le ambiguità, i litigi, le false partenze di cui è costellata la cronaca più attuale non bastano a far calare il sipario sui suoi destini assecondando la retorica del perfetto bipolarismo a cui ora sembrano uniformarsi, concordi tra loro, gli uni e gli altri. Insomma i tentativi di ridare voce a quanti faticano a schierarsi inesorabilmente di qua o di là, alla ricerca di una ragionevole via di mezzo, meriterebbero almeno quel tanto di rispetto che è dovuto a quanti hanno passione e idee. Rispetto che la critica politica ha generosamente riservato via via a quanti venivano da destra, da sinistra o anche dalla luna. Salvo poi dedicare invece a quanti venivano dal centro, e da quelle parti pretendevano di piantare le loro tende, ogni forma di irrisione o di sufficienza.
In una parola, anche il centro ha il suo pieno diritto di cittadinanza e non merita certo di essere trattato come una stranezza o come un’anomalia da correggere. Tanto più che la sua lunga storia, dal conte di Cavour al notabilato risorgimentale e poi giolittiano fino alla lunga esperienza democristiana, ci ricorda come tanta parte della nostra politica -aggiungo: spesso la parte migliore- aveva piantato proprio da quelle parti le tende del suo accampamento. E però proprio quella corposa eredità politica, in gran parte poi dissipata, a cui i centristi di oggi e di domani possono ancora fare appello non è affatto così comoda e vantaggiosa…
Fonte www.adnkronos.com 2024-12-15 09:14:29