Inizierà il 15 gennaio,
davanti alla Corte d’appello di Reggio Calabria, il processo
“Gotha”, nato dalla riunione delle inchieste “Mamma Santissima”,
“Reghion”, “Fata Morgana”, “Alchimia” e “Sistema Reggio”
coordinate dalla Dda, guidata dal procuratore Giuseppe Lombardo,
che nel 2016 ha colpito cosche reggine facendo luce sui loro
rapporti con la politica e con pezzi delle istituzioni.
Davanti alla Corte, presieduta da Alfredo Sicuro, dovranno
comparire 15 imputati a cui, in questi giorni, è stato
notificato l’avviso di fissazione udienza. Tra questi ci sono i
14 imputati condannati nel luglio 2021 nel processo di primo
grado ma anche l’ex senatore di Forza Italia Antonio Caridi che
era stato, invece, assolto dall’accusa di concorso esterno in
associazione mafiosa perché “non vi sono elementi, tratti dalle
intercettazioni, per poter affermare che prendesse parte alla
struttura riservata della ‘ndrangheta”.
Nei suoi confronti la Procura di Reggio Calabria ha
presentato ricorso in appello contestando quanto scritto dal
Tribunale nella prima sentenza dove i giudici, pur definendolo
un “politico spregiudicato e avvicinabile”, avevano ritenuto che
i riferimenti dei pentiti a Caridi “sono tutti generici e privi
di circostanze specifiche idonee ad individuare il ruolo
specifico che il politico avrebbe svolto all’interno delle
singole famiglie criminali”.
Come è stato in primo grado, anche in Appello il principale
imputato del processo “Gotha” sarà l’avvocato ed ex parlamentare
del Psdi Paolo Romeo condannato a 25 anni di carcere. Scontata
la pena inflittagli nel maxiprocesso “Olimpia” all’inizio degli
anni 2000, secondo il Tribunale, Romeo “era ritornato a
costituire una presenza importante del panorama politico
reggino, quello sommerso fatto di intrighi e strategie
collaterali che coinvolgevano la criminalità organizzata”.
Il terzo politico coinvolto è l’ex consigliere e assessore
regionale Alberto Sarra che, in primo grado, è stato condannato
per concorso esterno a 13 anni di carcere perché, secondo il
Tribunale, è stato “uno strumento nelle mani di Paolo Romeo per
garantire alla ‘ndrangheta di infiltrare gli enti pubblici
locali e per ciò stesso realizzare la possibilità di
interferirne sul regolare funzionamento”.
Tra gli imputati, infine, c’è don Pino Strangio, l’ex parroco
di San Luca condannato, in primo grado, a 9 anni e 4 mesi di
carcere per concorso esterno con la ‘ndrangheta.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Fonte www.ansa.it 2024-11-29 16:25:10