Lipstick effect, effetto rossetto è una teoria economica in base alla quale in tempi di crisi o in odore di crisi si tagliano le spese di beni costosi e ci si concedono piccoli lussi come un rossetto di marca. C’è un indice economico che monitora questo effetto e ci sono esempi storici come il raddoppio delle vendite di rossetti in America dopo l’11 settembre che fu anche prodromo del crollo del 2009, come raccontò al NyTimes Leonard Lauder della Estee Lauder.
Complice l’effetto rossetto, e anche come fenomeno psicologico oltre che economico, la riduzione delle spese passa per viaggi costosi, acquisto di beni impegnativi ma ci vede indugiare su altro, magari concedendoci piccoli lussi o piaceri più accessibili. Non parliamo solo di skincare e make up ma anche di cibo. E’ la food indulgence che dilaga sulle nostre tavole e al ristorante (banalmente quante volte abbiamo osservato ‘dove sta la crisi economica se i ristoranti sono sempre tutti pieni?’) , cibi costosi, gourmet che rappresentano certamente un costo ma appunto rientrano nei piccoli lussi . Ecco così che compriamo vini o liquori pregiati, caviale, foie gras, ostriche, tartufi, jamon iberico, ostriche, la carne invecchiata e il manzo kobe giapponese che si trovano non solo sulle tavole più esclusive, ma si fanno protagonisti di un consumo diffuso.
I luxury food si affermano sempre più come simbolo di esclusività e raffinatezza, garantendo esperienze culinarie di lusso anche a casa, nonostante una situazione economica piuttosto tesa dal punto di vista mondiale che però non basta a scoraggiare i consumi. Tanto è vero che la prospettiva di crescita del settore alimentare di lusso è del tutto incoraggiante: secondo Zion Market Research, nel 2022, il mercato globale dei prodotti alimentari di lusso valeva circa 160,51 miliardi di dollari e si prevede che crescerà fino a circa 550,65 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuale di circa il 16,66% tra il 2023 e il 2030. Ma non solo, perché secondo un sondaggio condotto da Deloitte e riportato anche dalla rivista specialistica The Grocer ha rilevato che oltre 3 consumatori su 4 hanno acquistato cibi o bevande di lusso, coerentemente con il fenomeno conosciuto come lipstick effect. Tuttavia, sebbene il nome del fenomeno possa far pensare che le persone amino viziarsi con cosmetici, il 34% dei consumatori ha scelto di acquistare prodotti che vanno da caffè speciali al pane artigianale, ma anche liquori premium e prelibatezze dolciarie. Proprio da qui passa la crescita del mercato dei luxury food, dato che si tratta di più di tre volte il numero di persone che hanno deciso di concedersi acquisti nel settore della cura personale.
Il trend ha trovato nuova forza anche grazie alla cultura pop, con icone internazionali che celebrano il food indulgence sui social media e nella moda, dove una scelta ricercata dal punto di vista gastronomico diventa parte integrante dello stile di vita. Basti pensare per esempio a tutti quei fenomeni televisivi in cui il cibo, e più in generale la cucina, sono protagonisti: su tutti la fortuna e pluripremiata serie tv The Bear, che in maniera più che realistica invita il pubblico a riscoprire l’esperienza culinaria come qualcosa di unico e totalizzante da vivere sia a casa che al ristorante. Della stessa filosofia anche il gastronomo e artigiano del gusto Vittorio Vaccaro: “Gli acquirenti vogliono qualcosa di speciale nella loro vita quotidiana e quale migliore opportunità per i commercianti di generi alimentari e i marchi di beni di largo consumo che possono soddisfare e persino superare queste aspettative, trasformando le normali corse al supermercato o una serata al ristorante in viaggi di scoperta e piacere? – prosegue Vaccaro – Attraverso l’adozione di un lusso accessibile, i prodotti pregiati si sta espandendo dalle cucine stellate alle case dei consumatori, rendendo il gusto e l’esclusività alla portata di un pubblico sempre più ampio”. In una indagine della BBC si sottolineava come i consumatori abbiano ridotto la frequenza di acquisti impegnativi e durevoli, preferendo prodotti che li facciano sentire speciali e che risultino accessibili nell’immediato. Come tutti quei piccoli lussi sicuramente non necessari, ma del tutto gratificanti e ormai talmente fondamentali da guidarne la spesa, ancor più dei beni dedicati alla cura della persona.
È chiaro dunque come i prodotti gastronomici di lusso malgrado i vincoli di budget sono sempre più numerosi anche sulle tavole degli italiani, in effetti stanno nascendo sempre più selezioni ricercate ed esclusive di prodotti iconici della cucina italiana magari da ordinare on line, linee di prelibatezze per viziare il palato.
Anche mangiare fuori diventa quindi una celebrazione di questa tendenza, dato che offre l’opportunità di compiere un’esperienza gastronomica unico. Facendo riferimento al sondaggio Ballin’ on a budget realizzato e pubblicato da YouGov infatti il 24% dei consumatori statunitensi afferma che darebbero la priorità a questa categoria di spesa, mentre per gli uomini intervistati, mangiare fuori è la categoria di piacere principale (16%). “Mangiare fuori al ristorante può restituire ai consumatori un’esperienza gastronomica insolita, soprattutto se offrono concept innovativi per rendere ogni piatto un’esperienza gourmet. – prosegue Vaccaro – “Il ristorante infatti diventa posto ideale non solo per sperimentare i piccoli lussi, ma anche per poter permettere ai consumatori di replicare l’esperienza a casa propria grazie alla possibilità di acquistare in loco i piccoli tesori gastronomici appena assaporati”.
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