‘Che ne sarà del campo progressista e cosa intende fare il Movimento 5 stelle?’, oggi, nella giornata di Halloween, sembra essere una domanda più gettonata di ‘dolcetto o scherzetto?’. Ad alimentare i dubbi che Giuseppe Conte possa sottrarsi alla ‘lotta’ alla maggioranza con il Pd ci pensa infatti Marco Travaglio. Nel suo editoriale sul Fatto, il giornalista dà dei consigli all’ex presidente del Consiglio per evitare nuove ‘scoppole’ come quella rimediata in Liguria, suggerendo di non unirsi in matrimonio con il Pd in maniera strutturale. Musica (forse) per le orecchie del leader pentastellato che in realtà su questo è chiaro da tempo, con i giornalisti e con chi di dovere.
“Non c’è un’alleanza organica, ma i conti si fanno a ogni tornata elettorale sulla base di un programma condiviso”, il senso del ragionamento di Campo Marzio che però non dimentica Italia viva. La non chiusura nei confronti di Matteo Renzi da parte dei dem – che invece sia dai Cinquestelle, sia da Avs è arrivata forte e chiara – potrebbe diventare un altro elemento divisivo. E quindi, ancora: prima ci sediamo davanti a un tavolo, poi capiamo se possiamo andare avanti insieme. D’altronde, si ragiona sempre nel quartiere generale del movimento, uno dei diktat è quello di non tradire se stessi, le proprie battaglie, quindi la propria autonomia, e i propri elettori, sia in vista dell’assemblea costituente – vista come la cura a (quasi) tutti i mali -, sia considerando che, proprio in Liguria, il sacrificio è costato caro a Conte. Il passo indietro fatto dal senatore Luca Pirondini per sposare il progetto di Andrea Orlando ha portato solo molti affezionati pentastellati a disertare le urne, e le percentuali si sono viste, appunto. Le sorti dell’ex campo largo, però, non sono il problema principale del Movimento 5 Stelle, e di Conte.
Al netto di uno scontro con Beppe Grillo che potrebbe non essere ancora finito, la priorità…
Fonte www.adnkronos.com 2024-10-31 21:11:56