L’essere umano è un ‘animale sociale’, programmato dall’evoluzione per interagire con gli altri. E in effetti, le relazioni sociali possono modellare il cervello. La solitudine, l’isolamento o la presenza di amicizie tossiche, specialmente durante l’adolescenza, possono aumentare il rischio di sviluppare disturbi psichiatrici, come ansia e depressione, e di portare all’uso di sostanze. A puntare i riflettori sul cosiddetto ‘cervello sociale’ sono gli psichiatri italiani riuniti da oggi a Bormio per il XXV convegno nazionale “Cervello sociale. Traiettorie evolutive e patologia”. Oltre 50 relazioni e simposi, circa 200 esperti di varie discipline psichiatriche o affini alla psichiatria.
“Il cervello sociale è una delle nostre principali risorse per vincere le sfide poste dall’ambiente e trova le sue basi nelle capacità relazionali proprie dell’essere umano, secondo una prospettiva evoluzionistica dello studio della mente, della natura umana e delle interazioni sociali – spiega Emi Bondi, co-presidente del convegno e della Società italiana di psichiatria, direttore del dipartimento di salute mentale all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo – Raffinate tecniche di neuroimaging sull’uomo in vivo consentono di documentare l’interazione continua tra eventi e comunicazione ambientali da una parte e plasticità cerebrale dall’altra, in un ‘dialogo’ dagli esiti di salute diversi a partire da situazioni di distress o viceversa di crescita più armoniosa. Il cervello si sviluppa nel contesto delle relazioni – sottolinea – le persone intorno a noi svolgono un ruolo rilevante nel regolare il nostro comportamento emotivo e sociale”.
Uno studio condotto su 23.500 ragazzi, tra i 10 e i 12 anni di età, dalla Fudan University in Cina, pubblicato su eLife, ha dimostrato che le amicizie sono cruciali durante la transizione dalla tarda infanzia all’adolescenza. In questa fase il…
Fonte www.adnkronos.com 2024-04-11 14:52:45