Smaltimento irregolare di
rifiuti speciali. Per questo motivo, a Reggio Calabria, la
Squadra mobile e i carabinieri del Nucleo operativo ecologico
hanno sequestrato la casa di cura “Villa Aurora”. Il
provvedimento di sequestro preventivo delle quote e dell’intero
patrimonio aziendale della clinica è stato disposto dal gip su
richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dell’aggiunto
Stefano Musolino.
La misura cautelare scaturisce dall’attività investigativa
avviata dopo un primo sequestro, avvenuto lo scorso 30 novembre,
relativo al solo ramo dell’azienda riconducibile alla struttura
sanitaria.
Le indagini avrebbero dimostrato l’inesistenza di modalità
alternative di smaltimento di rifiuti speciali liquidi, anche a
rischio infettivo. Tra i reati contestati ai responsabili della
casa di cura ci sono il delitto di inquinamento ambientale e la
reiterazione della condotta di scarico illecito delle acque
reflue, in assenza di titolo autorizzativo e adeguato sistema di
trattamento. Una situazione che era stata già accertata diversi
anni fa dai carabinieri del Noe nel corso do un’attività di
controllo.
All’esecuzione del sequestro ha partecipato anche il
personale dell’Arpacal e di Idrorhegion Scarl che hanno eseguito
ulteriori verifiche sulle attuali modalità di trattamento e
smaltimento delle acque reflue industriali prodotte dalla
struttura.
Nell’inchiesta ci sono quattro indagati. Si tratta
dell’amministratore delegato della casa di cura Villa Aurora
Giorgio Crispino, di 60 anni, di Cosenza, sua moglie Bruna
Scornaienchi (60), di Cosenza, il responsabile amministrativo
Maria Grazia Germanò (65), di Reggio Calabria, e il direttore
sanitario Gaetano Topa.
Per garantire una soluzione di continuità nell’erogazione dei
servizi sanitari a favore dei pazienti in cura presso la
clinica, il gip ha nominato due amministratori giudiziari a cui
è stata affidata la gestione dell’intero patrimonio aziendale
della società.
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Fonte www.ansa.it 2024-01-27 08:22:43