“Dobbiamo ascoltare il grido di aiuto degli studenti e sostenere questi ragazzi. Sono dalla loro parte da un punto di vista umano. Cercherò di sensibilizzare i professori per tentare di limitare le valutazioni quando la classe è in ddi. Ma purtroppo gli studenti stanno in quarantena a turno ed il tempo disponibile si riduce, mentre gli obblighi no. Noi abbiamo indicazioni nazionali a cui attenerci. Se lo Stato interviene come è stato fatto in passato noi ci adeguiamo. Ma altrimenti non possiamo fare sconti”. Lo dice all’Adnkronos Cinzia Giacomobono, preside del liceo scientifico Righi, a Roma, dove “circa il 70% delle classi è in ddi, ed una media di due a rotazione va in dad, ma nessun docente anche grazie alle ffp2 che da sempre distribuiamo al personale, si è ancora contagiato dal rientro. Tre in totale da settembre”.
La preside osserva: “Non è facile per i docenti. Spesso si trovano fra due fuochi, il programma da portare avanti, i voti, le prove scritte e orali e lo studente con la sua individualità”. “Certo, mi rendo conto: Gli studenti sono sfiduciati. Il piano di offerta formativa si è ridotto all’osso, si limita alla didattica frontale e questo è un peccato. Tutti sono scoraggiati ed impauriti”. La didattica è personalizzabile? “Non è impossibile. Gli strumenti normativi ci sono, con il Bes (bisogni educativi speciali – ndr), in cui si individuano in consiglio di classe le fragilità al di là della certificazione ufficiale che proviene dalla famiglia. Ma non è facile individuarli. Io al Righi sto proponendo ai docenti un corso sui disagi che la didattica digitale ha portato. E vorrei sensibilizzare attraverso corsi genitori e docenti”.
Gli studenti accusano la scuola di essere un compitificio, soprattutto adesso con le classi in ddi: “Vorrebbero una Montessori? – sollecita la preside – Ho diretto per anni l’Istituto comprensivo Parco degli Acquedotti a Roma. Un plesso visitato ogni anno…
Fonte www.adnkronos.com 2022-01-31 16:06:15