“Contrarre l’Herpes Zoster per un paziente reumatologico aumenta i rischi, anche di morte. I sintomi sono più severi e duraturi, con complicanze gravi a lungo termine. Nei pazienti con malattie reumatiche, in particolare quelli in terapia immunomodulante o immunosoppressiva i rischi sono maggiori”. Lo afferma Lucia Dardani, consigliere del consiglio direttivo della Società italiana di reumatologia, intervenuta al Congresso nazionale della Sir a Rimini, nel corso del simposio ‘Shielding against Shingles, implementazione della vaccinazione anti Herpes Zoster’.
“Rispetto alla popolazione generale – spiega Dardani – il rischio è di sviluppare la malattia con sintomi più severi e sicuramente più duraturi, in particolare è più frequente nei nostri pazienti presentare manifestazioni atipiche, quali per esempio l’herpes oftalmico oppure la forma disseminata di zoster o ancora una vasculite intracranica. Questa vasculite del sistema nervoso centrale aumenta il rischio di morte. Non solo, anche le complicanze a lungo termine sono più gravi. Nei nostri pazienti la nevralgia post erpetica tipicamente dura ben di più e può compromettere la qualità della vita”.
Dardani è dirigente medico dell’ Uc di Reumatologia dell’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, ospedale in cui si raccomanda e si provvede alla vaccinazione contro l’Herpes zoster per il paziente reumatologico. “Esiste una rete chiamata ‘rete delle malattie immunomediate’ – sottolinea l’esperto – in cui c’è una stretta collaborazione tra tutti gli specialisti che si occupano di malattie autoimmuni in particolare una collaborazione anche con il sistema di igiene pubblica”. Quando uno specialista reumatologo decide di avviare un paziente alla vaccinazione “con un apposito modulo dice al paziente di telefonare al servizio di igiene pubblica decidendo anche la priorità alla vaccinazione. In più nei pazienti con cartella di day hospital oppure ricoverati in…
Fonte www.adnkronos.com 2023-11-24 13:15:23