Malati cronici, anziani, fragili, persone che risiedono in aree interne dove la banda larga non si sa cosa sia e quindi è impossibile connettersi con la rete, figuriamoci eseguire un teleconsulto o un elettrocardiogramma a distanza. A lanciare l’allarme ‘nuove fragilità digitali’ è la Fnopi (Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche), pronta a scendere in campo con diverse strategie: formazione, responsabilità e co-progettazione dei modelli per la presa in carico delle persone assistite, semplificando i percorsi di cura e migliorando aderenza terapeutica e appropriatezza.
C’è un rischio ‘fragilità digitale’ per i 14 milioni di malati cronici più gravi (in tutto le cronicità colpiscono oltre 22 milioni di italiani) – si legge in una nota Fnopi – e anche per i 13 milioni di abitanti nelle aree interne dove la qualità dell’offerta sanitaria è spesso difficile. La soluzione che il nuovo modello di sanità disegnato dal Pnrr ha pensato soprattutto per loro è la teleassistenza, e sulla ‘connected care’ negli ultimi due anni sono state bandite gare per oltre 2,5 miliardi. Ma come avviene nei modelli tradizionali, dopo la diagnosi e la prescrizione della terapia, chi assiste sul territorio il cittadino? – si chiedono dalla Fnopi – Chi verifica le sue condizioni di salute e l’aderenza alle terapie? Chi controlla, registra e interviene nel caso di ulteriori bisogni di salute perché non sia lasciato solo?
Nelle nuove strutture e nel modello disegnato dal Pnrr con il decreto 77/2022 di riordino dell’assistenza sul territorio a farlo è l’infermiere, in particolare quello di famiglia e comunità presente nei vari target e a domicilio – prosegue la nota – con precisa responsabilità a tutti i livelli e che dà supporto all’assistito per tutte le sue necessità cliniche, assistenziali e anche sociali. Altrettanto deve avvenire nella “connected care”: come realizzarlo la Fnopi lo ha messo nero su bianco…
Fonte www.adnkronos.com 2023-10-19 16:19:30