“Non lavoro più con la Russia da due anni, è stato il covid a bloccare tutto…”. Renzo Bossi, ha ancora in tasca il suo biglietto da visita in cirillico, con il nome della sua società di import-export, la Resil srl. Raggiunto dall’AdnKronos il secondogenito del fondatore della Lega Umberto Bossi, ricorda i tempi dei selfie in piazza Rossa e delle tante trasferte ‘oltre-cortina’: “Ho lavorato – dice con riferimento al biennio 2018-2019 – per circa due anni nel paese di Putin, andando avanti e indietro dalla Russia, principalmente a Mosca” dove mi sono occupato dello “sviluppo di progetti nel settore alimentare, soprattutto per il know-how nella trasformazione casearia, settore che in Italia con la mia attività agricola seguo da 10 anni”.
Ora c’è anche la guerra. Ma di questo il Trota non parla: “La mia attività – sottolinea – nulla ha a che fare con quanto sta succedendo tra Russia e Ucraina”. Oggi Bossi junior ha nel Varesotto una sua azienda agricola, che gestisce con il fratello Roberto Libertà, terzogenito del Senatur, la ‘Tera Nostra’, dove alleva capre, maiali, polli e conigli, e produce formaggi e salumi. Definita sul sito internet “una piccola azienda agricola nata nel comune di Brenta in provincia di Varese tra i boschi delle prealpi Lombarde ed il lago Maggiore” in stile padano.
Ma Mosca – e anche Sofia e altre capitali dell’Est – sono state per anni mete dell’ex consigliere regionale al Pirellone, finito alle cronache anche per una tesi ottenuta a Tirana, in Albania. E la Russia resta in cima ai suoi pensieri (e ai suoi tantissimi scatti dalla capitale finiti sui suoi profili social): “Posso dire per esperienza diretta di aver visto un paese interessato ad aumentare la qualità della produzione interna, motivo della sempre più alta richiesta dell’esperienza e know-how italiano”. Poi la pandemia ha complicato tutto: “Come tante altre aziende italiane da oltre due anni non sto lavorando in Russia per tutte le…
Fonte www.adnkronos.com 2022-03-04 17:47:15