Flessibile, leggero, con un’alta traspirabilità e resistenza. Sono le caratteristiche di un nuovo ‘tutore polso-mano’ ispirato al mondo della natura. Per la precisione, la sua struttura mima quella reticolare del bozzolo dei bachi da seta. E’ all’ingegno di questi piccoli animaletti che hanno attinto i ricercatori di Nemolab, l’hub di ricerca tecnologica dedicato alle malattie neuromuscolari. La stampa 3D ha permesso loro di mettere in pratica quanto imparato. Il progetto nasce quindi dall’incontro e della fusione tra “il fascino e la perfezione della natura” e la tecnologia messa a punto dall’uomo. Per il primo tutore polso-mano bio-ispirato ci sono voluti due anni di ricerca del team di 3D printing Lab, uno dei 10 laboratori di Nemolab.
I risultati sono pubblicati sulla rivista ‘Biomedicines’ e descrivono un cambio di approccio per la realizzazione di quella che viene definita dagli esperti “una ortesi fondamentale nel supportare il progressivo indebolimento dei muscoli della mano“, sintomo che sperimenta chi affronta una malattia neurodegenerativa grave come la Sla. Questo tutore può rendersi necessario anche per chi vive con la Sma o una distrofia muscolare o, ancora, per la malattia di Parkinson e per le lesioni spinali.
I ricercatori hanno pensato di sfruttare le proprietà meccaniche di flessibilità, traspirabilità e resistenza, per mettere a punto un ausilio “estremamente leggero e resiliente nella sua capacità di sapersi adattare alle necessità di ogni paziente”, si legge in una nota. La loro attività è stata supportata anche dal finanziamento ‘Sviluppo di soluzioni innovative 4.0’ di Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, con il sostegno volontario del Rotary Club Milano Linate. Punto di partenza: “Gli ‘unmet needs'”, i bisogni ancora senza risposta, “delle persone con patologie neuromuscolari”, spiega Stefano Regondi, direttore generale di Nemolab e dei Centri clinici Nemo.
“L’invenzione di un tutore…
Fonte www.adnkronos.com 2023-07-27 08:54:38