Meno del 40% dei malati di cancro ha una valutazione nutrizionale alla diagnosi. La malnutrizione – stimata fino all’80% in questi pazienti, con meno del 30% adeguatamente trattato – è correlata con una degenza ospedaliera prolungata, aumento della morbilità e riammissione nonché tassi di mortalità più elevati. I malati di cancro malnutriti possono infatti sperimentare una ridotta tolleranza alla chemioterapia, una minore qualità della vita e una ridotta sopravvivenza globale. Tuttavia, l’atteggiamento nei confronti di questo problema varia notevolmente tra oncologi, chirurghi e radioterapisti a causa della mancanza di una collaborazione strutturata tra gli operatori sanitari. E’ quanto emerge dalla prima indagine nazionale sulla consapevolezza dei problemi nutrizionali tra gli operatori sanitari che forniscono cure antitumorali, pubblicata sulla rivista ‘Frontiers Nutrition’, realizzata con le sezioni young di Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), Airo (Associazione italiana di radioterapia e oncologia clinica) e Sico (Società italiana di chirurgia oncologica) confluite nel gruppo di ricerca NutriOnc e con il supporto non condizionante di Nhsc (Nestlé Health Science).
Proprio per attuare strategie multidisciplinari finalizzate a migliorare la qualità della vita dei pazienti – spiega una nota – nel 2020 le sezioni giovani di Aiom, Sico e Airo hanno pianificato obiettivi di ricerca comuni e hanno fondato NutriOnc, gruppo multidisciplinare costituito non solo da oncologi medici, chirurghi e radioterapisti ma anche da nutrizionisti e farmacisti, che si propone di fare ricerca traslazionale e approfondire il tema della malnutrizione e della nutrizione clinica nel paziente oncologico. Dall’indagine, focalizzata principalmente sui tumori esofagogastrico, epato-bilio-pancreatico e colorettale, emerge anche la necessità di sostituire il tradizionale approccio ‘one-size-fits-all’ (uguale per tutti) con una…
Fonte www.adnkronos.com 2023-07-07 05:34:10