Tra i molti effetti della pandemia da SarS-CoV-2 vi è la comprensibile, ma pericolosa, perdita di attenzione su alcune malattie infettive che possono divenire nei prossimi anni una nuova minaccia per la salute dei cittadini. Una di queste è la tubercolosi, erroneamente ritenuta un’infezione superata e circoscritta ai paesi in via di sviluppo ma che in realtà, anche per le migrazioni di popolazioni provenienti dall’Africa e dai paesi dell’Est è presente in Europa, Italia compresa. Una situazione che si prevedeva sarebbe stata debellata non solo con la prevenzione ma anche con trattamenti terapeutici mirati entro i prossimi 15 anni ma che, anche a causa del Covid, si teme slitterà avanti nel tempo.
Dell’attualità della minaccia costituita dalla tubercolosi si è parlato a Rimini, in occasione del 49esimo congresso dell’Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli), nel corso del workshop ‘Diagnosi e terapia della tubercolosi: cosa cambia’, durante il quale si è fatto il punto su diffusione e interventi di contrasto e cura disponibili. Un metodo efficace – è stato ricordato – è costituito da un programma di sorveglianza mediante sequenziamento del genoma d Mycobacterium tuberculosis, agente eziologico della tubercolosi, sulla base di quanto fatto per SarS-CoV-2. Uno strumento che permetterebbe di caratterizzare meglio l’infezione attiva contratta dall’infezione latente.
Nel corso dei lavori – riferisce una nota – è stato ricordato come un trattamento non corretto dei pazienti infetti li esponga allo sviluppo di resistenze antibiotiche il cui effetto è l’incremento ulteriore dell’incidenza della diffusione tra la popolazione sana. In questo contesto, quindi, lo sviluppo di un piano di tipizzazione genetica (Dna profiling) permette di identificare la provenienza del ceppo che ha innescato il processo infettivo. Tutto questo avrebbe un importante impatto sulla salute dei singoli cittadini perché…
Fonte www.adnkronos.com 2022-03-01 14:35:00