“In una persona che non ha la psoriasi la probabilità di avere un impegno articolare si aggira intorno al 2%, mentre più del 40% delle persone affette da artrite psoriasica ha una storia familiare di psoriasi o di artrite psoriasica. Tuttavia ci sono alcuni tipi di indagini che noi reumatologi utilizziamo, come l’ecografia e la risonanza magnetica, che ci dimostrano che la percentuale dei pazienti già affetti da psoriasi che sviluppano l’artrite psoriasica sia molto più alta (60%) di quello che ci dice la letteratura”. Così Rosario Buono, specialista in reumatologia e dirigente dell’Unità operativa di Reumatologia dell’ospedale Cardarelli di Napoli, in un’intervista pubblicata sul sito di Alleati per la Salute, il portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis, fa il punto sulla patologia infiammatoria cronica che, se trattata e curata in ritardo, aumenta la probabilità che si verifichi la perdita di funzionalità e che si manifesti una disabilità permanente.
L’artrite psoriasica (PsA) colpisce prevalentemente le articolazioni con sintomi come dolore, gonfiore e rigidità, e quindi con inevitabili limitazioni nella vita quotidiana. In Italia, stima la Società italiana di reumatologia, la PsA colpisce circa 500mila persone. La maggior parte dei pazienti sviluppa prima la psoriasi, ma può avvenire anche il contrario.
“Si tratta di una patologia che ha una eziologia di tipo autoimmunitaria – sottolinea l’esperto – In genere c’è una predisposizione genetica sulla quale poi si inseriscono dei fattori che possono determinare l’insorgenza delle manifestazioni articolari. Ma la malattia non è legata soltanto alle manifestazioni cutanee (la psoriasi, appunto) e a quelle articolari, ma può dare un coinvolgimento anche di tipo sistemico con l’interessamento dell’intestino e dell’occhio. Per questi motivi oggi è considerata una vera e propria malattia”.
L’artrite psoriasica si manifesta “con…
Fonte www.adnkronos.com 2022-03-01 10:47:36