La grande opportunità del Pnrr finora è rimasta in gran parte non sfruttata. E ciò nonostante l’impegno profuso dai Comuni – soprattutto quelli di più piccole dimensioni – per rispondere ai bandi e accedere così alle risorse europee del Piano di ripresa e resilienza. Tra i fattori che hanno generato criticità le Amministrazioni del Sud indicano soprattutto l’eccessiva complessità delle procedure. Oltre il 40% dei Municipi ha avuto necessità di ricorrere a consulenze esterne per la partecipazione ai bandi. Dalla survey risulta anche una buona propensione dei Comuni meridionali a stringere partnership allo scopo di aderire ai bandi: il 43% dichiara di aver stretto collaborazioni con altri centri limitrofi. Questo è quanto si evince dallo studio Svimez “I Comuni alla prova del Pnrrr” curato da Serenella Caravella, Carmelo Petraglia, Gaetano Vecchione e pubblicato sull’ultimo numero di Informazioni Svimez.
Gap e limiti storici
Il freno alla velocizzazione delle procedure è rappresentato dalla penuria di personale adeguato che spiega anche perché la capacità realizzativa è al di sotto delle performance necessarie. Significativi i dati della ricerca, condotto su 600 Comuni (la metà è al Sud) sui tempi di realizzazione delle infrastrutture sociali, soprattutto di quelle comprese tra 150mila euro e 1 milione: circa 2 anni e 10 mesi complessivamente, ovvero 9 mesi in più della media del Paese. «Al Sud – spiega lo studio – per completare la fase di pre-affidamento dei lavori, i Comuni impiegano mediamente oltre 11 mesi, contro i 7 del Centro, i 6 e mezzo del Nord-Est e i 4 e mezzo del Nord Ovest». Tra i fattori che hanno generato criticità i Comuni del Sud indicano soprattutto l’eccessiva complessità delle procedure. Oltre il 40% dei Comuni ha avuto necessità di ricorrere a consulenze esterne per la partecipazione ai bandi.
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Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2023-03-15 02:29:00