Nessuna nuova variante Covid sembra essere emersa durante la recente epidemia in Cina. A suggerirlo è l’esito di un’analisi condotta su un campione di casi a Pechino e pubblicata su ‘The Lancet’. Gli autori hanno esaminato le sequenze virali di 413 nuove infezioni da Sars-CoV-2 che si sono verificate nel periodo in cui il gigante asiatico ha revocato le sue più severe politiche di controllo della pandemia. Questi contagi sono stati causati, secondo i risultati ottenuti, da ceppi esistenti. Oltre il 90% delle infezioni locali a Pechino tra il 14 novembre e il 20 dicembre 2022 ha rivelato la presenza delle sottovarianti Omicron BA.5.2 o BF.7. I casi importati durante lo stesso periodo riguardavano per lo più varianti diverse da quelle dominanti a Pechino.
Gli autori affermano che i risultati possono essere considerati un’istantanea dello stato attuale della pandemia in Cina. “Dato l’impatto che le varianti hanno avuto sul corso della pandemia, era importante indagare se ne fossero emerse di nuove”, evidenzia l’autore principale dello studio, George Gao, Istituto di microbiologia dell’Accademia cinese delle scienze. Il Paese, come è noto, ha concluso la sua strategia zero-Covid il 7 dicembre 2022. Dall’abolizione di queste rigide politiche che includevano lockdown mirati, test di massa e quarantene, il numero crescente di casi ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale sul fatto che potessero emergere nuove varianti, causando ondate multiple di casi in tutto il mondo.
Degli oltre 400 campioni esaminati, 350 erano casi locali e 63 importati. I casi importati provenivano da 63 Paesi e regioni. Il ceppo dominante a Pechino dopo il 14 novembre 2022 era BF.7, che rappresentava il 75,7% delle infezioni locali. Un’altra sottovariante di Omicron, BA.5.2, era responsabile del 16,3% dei casi locali. “E’ importante continuare a monitorare attentamente la situazione in modo che eventuali nuove varianti che potrebbero emergere…
Fonte www.adnkronos.com 2023-02-08 19:23:20