Il diaframma abbattuto dal Coruc lascerà un’impronta epica e il diagramma della speranza in una sanità migliore, costruita a chilometro zero, svilupperà finalmente tratti compiuti all’interno di un sistema salute da rianimare. Il rettore dell’Unical, Nicola Leone, individua anche un senso sociale nella rivoluzione accademica appena avviata: «Il corso di Medicina nel nostro ateneo sarà attivato con posti aggiuntivi che andranno a sommarsi a quelli già previsti a Catanzaro. Non ci saranno tagli sui corsi di medicina già esistenti. Ci saranno, però, maggiori opportunità per i giovani calabresi che potranno studiare nella propria regione. Un vantaggio economico anche per le stesse famiglie. E, poi, è un discorso di numeri: la Calabria è ultima nel rapporto tra sedi di medicina e popolazione residente. L’Unical intende condividere professori e ricercatori medici con la sanità territoriale e l’ospedale hub dell’“Annunziata”. Da gennaio undici medici, tra professori e ricercatori, entreranno in servizio all’“Annunziata”. Un reclutamento interamente a carico dell’università con benefici per tutto il territorio».
Non è, dunque, seduzione ma volo. Un volo che è frutto della pazienza. Il primo a crederci è stato il professor Sebastiano Andò che alla fine degli anni Novanta lanciò quell’idea che pareva troppo ambiziosa perché urtava contro l’ortodossia del tempo. Quel progetto, in quasi un quarto di secolo, è stato riesumato e sepolto più volte e ogni volta cercando di dare un nome sempre diverso all’ideale per mantenerlo in vita. E così è nata la Facoltà di Farmacia che in pochi anni è diventata un faro nella ricerca con docenti e attrezzature che già interagiscono con la sanità locale. Il chirurgo Bruno Nardo, celebre bisturi che opera a Cosenza, ad esempio, prepara i suoi interventi più delicati (ad aprile ha asportato una massa tumorale di 7,5 chili dal ventre di una donna) simulando ogni passaggio al…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-12-28 02:29:04