“Vediamo troppi pazienti a un elevato livello di evoluzione della malattia. Si tratta di spostare la diagnosi in fase precoce. Dobbiamo fare diagnosi in chi inizia ad avere i sintomi: un 40-50enne che ha una storia di esposizione al fumo da almeno 20-30 anni, ad esempio. In particolare, sta aumentando la proporzione delle donne per l’aumento delle fumatrici. In Italia il 20-23% (degli over 14, Ndr) è fumatore, ma c’è un incremento delle donne”. Così Claudio Micheletto, direttore Uoc di pneumologia Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, intervenendo questa mattina a un incontro sulle nuove raccomandazioni dell’ultimo report Gold (Global initiative on obstructive lung diseases), il documento più importante per la diagnosi, la prevenzione e il trattamento della Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco).
“Anticipo e proattività dell’intervento terapeutico erano presenti nel report Gold già dall’anno scorso – puntualizza Alberto Papi, ordinario di malattie dell’apparato respiratorio Università di Ferrara – Nella proattività si attenzionano i pazienti con una condizione di rischio di sviluppo di Bpco per particolari condizioni. Questo facilita l’identificazione del paziente e l’attivazione di un percorso diagnostico precoce che non lascia l’opzione di vedere i pazienti quando sono nelle forme più severe”, più difficili da trattare. Come è ormai consolidato, “abbiamo un aumento dell’efficacia attraverso la presa in carico precoce. Possiamo fare star meglio le persone. Su prevenzione e diagnosi precoce, dobbiamo insistere”, ribadisce Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg).
La Broncopneumopatia cronica ostruttiva – si è ricordato nel corso dell’evento promosso a Verona da Gsk – si caratterizza per una persistente limitazione del flusso aereo, in genere ha un andamento progressivo e si associa a un’aumentata…
Fonte www.adnkronos.com 2022-12-01 16:45:42