Trenta giorni per proclamare il prof. Piero Sacchetti direttore dell’Accademia di Belle arti: a fissare il timing è la sezione reggina del Tar, che ha accolto l’ennesima istanza del ricorrente protagonista di una vicenda che ha dell’inverosimile.
La querelle ha avuto inizio nel lontano 2018, quando l’allora direttore Maria Daniela Maisano ha conferito un incarico fiduciario (di vicedirezione) al suo ex marito, il prof. Francesco Scialò. Quest’ultimo, qualche mese dopo, proprio grazie a questa nomina ha potuto presentare la propria candidatura al momento della pubblicazione del bando per il posto di direttore. Due le domande alla data di scadenza, nel gennaio 2019: fu testa a testa tra Scialò e Sacchetti, con il primo che ha riportato 23 voti contro gli 11 del secondo. Scialò si sarebbe dovuto insediare a ottobre 2019, ma il passaggio non si è concretizzato perché il Tar, su ricorso del prof. Sacchetti, con un decreto presidenziale prima e con ordinanza dopo, ha sospeso di fatto la nomina del “rivale” annullando «il provvedimento con cui la professoressa Maisano ha conferito a Scialò l’incarico di vicedirettore nonché il successivo provvedimento con cui il prof. Scialò è stato proclamato direttore dell’Accademia per il triennio 2019 – 2022, attesa la mancanza in capo allo stesso del requisito previsto dal Regolamento per la presentazione della relativa candidatura». Nelle more della conferma del verdetto da parte del Consiglio di Stato, Maisano ha riavviato la procedura di elezione del direttore, con conseguente riapertura dei termini per la presentazione delle candidature, fermo restando il possesso dei requisiti alla data del 20 dicembre 2018. Nuovo ricorso e nuovo verdetto favorevole a Sacchetti anche al Consiglio di Stato. Da qui l’ennesimo ricorso al Tar per l’ottemperanza di quanto deciso dai giudici, cioè l’esclusione di Scialò dalla procedura e la proclamazione di fatto dell’unico candidato ammissibile,…
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-02-19 02:30:46