In Italia l’approccio ‘one health’ è al centro del Pnrr, con 500 milioni destinati alle Regioni per salute ed emergenza climatica, ma c’è ancora molto da fare, anche dal punto di vista dell’informazione: 8 italiani su 10 ne ignorano la definizione – secondo un’indagine Swg-Federchimica Aisa – oltre ad avere una scarsa consapevolezza dei principi e del valore dell’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale. Oggi a Roma gli esperti in medicina veterinaria, sanità pubblica e sicurezza alimentare hanno incontrato i giornalisti in occasione del corso di formazione professionale continua “L’interconnessione tra salute umana, animale, ambientale e il rapporto tra zoonosi e pandemie”, primo appuntamento del progetto Be Informed – Accademia di formazione per giornalisti di Boehringer Ingelheim.
Il progetto è promosso dal Master Sgp dell’università degli Studi di Roma Sapienza in collaborazione con Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), con l’obiettivo di fornire ai professionisti dell’informazione tutti gli strumenti ed elementi per informare e comunicare correttamente sulle dinamiche della ‘one health’. “Si stima che, negli ultimi 30 anni circa il 70% delle malattie infettive umane emergenti siano zoonosi o malattie trasmesse da vettori”, dichiara Bartolomeo Griglio, responsabile Prevenzione, sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, Regione Piemonte. “La prevenzione e il controllo delle malattie in grado di determinare epidemie tra gli esseri umani e gli animali contribuiscono a mantenere l’integrità del nostro ecosistema, a beneficio di tutti gli esseri viventi, garantendo la biodiversità. Solo superando le barriere tra agenzie, individui, specialità e settori diversi – sostiene – si potranno liberare le energie e condividere le conoscenze necessarie ad affrontare le serie minacce alla salute di tutte le specie viventi e alla stessa integrità dell’ecosistema. Non…
Fonte www.adnkronos.com 2022-10-26 12:54:10