La storia di Locride Capitale Italiana 2025 è iniziata già nel 2019. Abbiamo ripercorso le tappe di questa “avventura” con Guido Mignolli, direttore del Gal Terre Locridee. A lui abbiamo chiesto di “entrare” nel progetto presentato nei giorni scorsi dalla Città Metropolitana per supportare questa candidatura: «Questa non è una strada come tante. È una sfida. – dice – Una sfida che vuoi vincere con la cultura, con la riscoperta dei valori della tua terra e della tua gente».
Quale è stata la vera spinta e come si è partiti?
«Nel 2019 il Gal Terre Locridee, presieduto da Francesco Macrì ha scosso un piccolo gruppo di operatori, strappandoli dalle incombenze del gruppo di azione locale, per dirottarli su una strada diversa. Un gruppetto proveniente da tutta la Calabria, che quasi inconsciamente ha mostrato una via e ha lavorato per renderla accessibile a tutti. Diversità e inclusione, ambiente e sostenibilità, azione e serena condivisione. Poi la voglia di proiettare la Locride ad essere un avamposto di tutela della biodiversità e della diversità».
Qual è il vero obiettivo? Perché Locride 2025 è “Tutta un’altra storia”?
«Tutta un’altra storia è un percorso che, negli ultimi anni, le comunità della Locride hanno intrapreso verso la consapevolezza della fragilità, l’unica in grado di aprire il territorio a un respiro più ampio, appunto a una storia diversa. Locride 2025 si innesta in una fase matura del percorso, che ha delineato le fragilità sociali, quelle note, stratificate e quelle legate alle tante persone oggi vulnerabili; le fragilità storico-culturali, per aver smarrito un passato glorioso e per la frammentarietà del patrimonio; le fragilità ambientali, per l’insostenibilità delle azioni, la perdita della biodiversità, la scarsa qualità dell’urbano; le fragilità economiche, poche opportunità di lavoro, scarsa propensione all’impresa, lenti processi di crescita. Locride 2025, appunto, vuol…
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-09-21 01:32:27