Un sogno realizzato. E una scommessa vinta. Mezzo secolo di vita accademica caratterizzato da successi nel mondo della ricerca e della conoscenza. L’Università della Calabria ha festeggiato i suoi cinquant’anni di vita felice di aver contribuito alla crescita culturale e scientifica della Calabria. «In questo ateneo si sono laureati oltre centomila calabresi» ha detto il rettore Nicola Leone «divenuti classe dirigente nella regione, nel Paese e in Europa». Lo stesso Leone come l’attuale presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, hanno compiuto il ciclo di studi universitari ad Arcavacata.
Il rettore ha richiamato in più occasioni il sogno del primo rettore, Beniamino Andreatta, che immaginava l’ateneo come fucina di formazione della futura classe dirigente calabrese, con una funzione civile oltre che scientifica. «Una scommessa che oserei dire vinta» – ha sottolineato il Magnifico. -.
L’inaugurazione del cinquantunesimo anno accademico ha preso il via ufficialmente con il corteo dei direttori di dipartimento, del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione a cui è seguita la chiama dei rettori arrivati dall’Italia e anche dall’estero per partecipare alla manifestazione tenuta nell’Aula magna. Ospiti d’onore la presidente del Centro nazionale delle ricerche, Maria Chiara Carrozza, il responsabile dell’Anvur, Antonio Uricchio e il premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi.
«Dobbiamo creare legami e ponti tra persone di Paesi diversi e sottolineare ciò che unisce tutti gli esseri umani al di là del nazionalismo. La Scienza è una impresa mondiale e si presta molto bene, certo ci vuole tempo ma si tratta di processi di lunga durata e dobbiamo pensare in una prospettiva a lungo termine. Cioè quale sarà la situazione del mondo tra dieci o venti anni».
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Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-09-20 01:29:11