Un elenco completo non c’è, mancano dati ufficiali, ma sono tante le storie di ingiuste detenzioni negli anni di Tangentopoli, e non solo legate al filone milanese di Mani pulite. Storie che Errorigiudiziari.com racconta, tra le tante raccolte negli oltre 800 casi presenti nell’archivio online. E che aiutano a ricostruire un aspetto dell’inchiesta che 30 anni fa ha segnato la storia politico-giudiziaria italiana. Con una considerazione di partenza, che dà la misura di quanti sono stati effettivamente dichiarati colpevoli e quanti poi assolti, come spiega all’Adnkronos Valentino Maimone, giornalista e fondatore, insieme con Benedetto Lattanzi, dell’Associazione Errorigiudiziari.com. “Ci si dimentica
che solo il 54% di tutti gli indagati iniziali è stato condannato, c’è una fetta del 46% che è stata assolta o prosciolta per prescrizione. E ci sono state in tutta Italia persone che sono andate in carcere per sbaglio“.
“E’ impossibile avere dati certi, gli ultimi disponibili risalgono al 2000, i fascicoli venivano spezzettati in più filoni, le posizioni trasmesse altrove per competenza territoriale – ricorda – I numeri sono poco affidabili e nessuno si è mai occupato dell’ingiusta detenzione legata alla vicenda di Tangentopoli. In mancanza di numeri ufficiali, è impossibile circoscrivere i fatti. Ci abbiamo provato, ma siamo stati costretti a desistere”. Ma ci sono storie che consentono di disegnare un quadro più completo: “Oltre ai politici coinvolti nei casi più famosi ci sono stati quelli colpiti da vari filoni in altre regioni d’Italia. Per esempio Clelio Darida, ex sindaco di Roma, già ministro della Giustizia, l’unico guardasigilli a finire in carcere”. Il caso citato è quello del politico democristiano, uno dei protagonisti della Prima Repubblica, più volte ministro e sindaco di Roma. Nel 1993 fu accusato di truffa aggravata, 4 mesi di reclusione, in parte in carcere in parte ai domiciliari, risarcito con 100…
Fonte www.adnkronos.com 2022-02-16 12:25:01