“Che in carcere si stia al fresco è una fandonia bella e buona”. Quello che dice all’Adnkronos Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania, è la perfetta sintesi del disagio che in questa estate bollente vivono detenuti e personale in servizio negli istituti d’Italia. Non si contano le note indirizzate dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria ai provveditori regionali e ai direttori delle carceri che hanno ad oggetto la “tutela della salute e della vita delle persone detenute e internate” al fine di valutare la possibilità di consentire ai reclusi, tramite le imprese di mantenimento, l’acquisto di ventilatori a batteria di piccole dimensioni, certo privi di parti metalliche potenzialmente pericolose ma ugualmente funzionali.
Perché in carcere, nelle celle spesso sigillate da pesanti porte blindate, non passa un filo d’aria. Perché se fa caldo in strada, dentro si muore. Ed è salito, anche se non necessariamente a causa del caldo, il numero dei decessi dietro le sbarre: dal 25 giugno ad oggi si contano 27 morti, più di uno al giorno quindi. Di questi 18 sono suicidi e 1 omicidio (nello stesso periodo del 2021 i morti erano stati 13, di cui 10 per suicidio). Non solo, perché a peggiorare una situazione di per sé non facile, c’è anche il sovraffollamento schizzato a quota 108%: in soldoni vuol dire che al 31 luglio scorso nelle carceri d’Italia sono recluse 54.979 persone a dispetto di una capienza regolare di 50.909.
Questo mentre gli agenti di Polizia Penitenziaria mancano di 18mila unità e circa 9.000 durante il periodo estivo sono in ferie. Pochi poliziotti in servizio contro un numero sempre crescente di detenuti: di qui l’aumento delle aggressioni non solo contro il personale ma anche tra i reclusi stessi, gli atti di autolesionismo difficili da controllare e prevenire. E sì, anche le evasioni. Quarantasette in totale dal primo gennaio, secondo quanto apprende l’Adnkronos da fonti sindacali:…
Fonte www.adnkronos.com 2022-08-10 13:22:36