«Il Presidente del Consiglio Mario Draghi, se fosse concreta la sua intenzione di avviare la fase due del suo governo con un lungo giro per tutta la nazione anticipata da un quotidiano nazionale, venga in Calabria e lo faccia a bordo di un’autovettura per tastare con mano le tante problematiche ancora irrisolte di tutto il territorio regionale. Accolga l’invito che gli stiamo porgendo e lo faccia con lo spirito di chi potrà avere l’occasione di rendersi conto fattivamente quanto di sottosviluppo ci sia a pochi chilometri da Roma».
Lo afferma, in una nota, il segretario generale della Uil calabrese Santo Biondo. “Il presidente Draghi – prosegue Biondo – faccia della Statale 106 una delle tappe simboliche del suo viaggio in Italia, anzi la prima tappa, proprio per dare un segnale forte, partendo da una regione che, purtroppo, nonostante le riconosciute potenzialità, vive ancora adesso una fase di marginalizzazione territoriale e sociale ma che desidera, vuole, pretende di diventare un punto di ripartenza dopo il Coronavirus. Mario Draghi accolga questa sfida, lo faccia anche per mandare un messaggio preciso alla criminalità organizzata che imperversa in Calabria e, spesso, ostacola l’apertura dei cantieri e mette a serio repentaglio la conclusione delle opere pubbliche». “Il sindacato, unitariamente – conclude il segretario generale della Uil calabrese – sarà pronto e disponibile ad accompagnare il presidente Draghi lungo la ‘via crucis’ delle incompiute, delle strade insicure e mortali, delle prime pietre poste e delle cattedrali nel deserto».
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Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-02-10 15:25:22