Riorganizzare la rete ospedaliera riaprendo gli ospedali “promessi”, assumere migliaia di nuovi operatori sanitari rispettando il tetto di spesa, riformare un sistema di emergenza-urgenza costantemente in affanno. Sono solo alcuni degli obiettivi principali che la Calabria può raggiungere solo con l’adozione del nuovo Programma operativo triennale, la cui approvazione – che sbloccherebbe anche il contributo di solidarietà di 60 milioni di euro previsti dal decreto Calabria – era stata data per imminente a metà maggio.
Metà del 2022 è però già trascorsa e finora di sicuro non c’è nulla, se non che rimane indefinita la vera chimera della sanità calabrese, ovvero la quantificazione del debito, con alcune delle Asp più grandi che non riescono nemmeno ad approvare i bilanci. L’unica novità a questo proposito è che Consip ha indetto una gara a procedura aperta, per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato), per l’affidamento dei servizi di advisory contabile per le Regioni sottoposte ai Piani di rientro come la Calabria.
Il precedente advisor è stato – fin dal 2009 – Kpmg, sul cui operato si sono spesso alzati polveroni politici che in realtà non hanno mai portato a comprendere quale supporto sia stato dato alle strutture commissariali per mettere ordine nella famigerata contabilità orale della sanità calabrese.
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Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-07-10 01:29:22