La Bellezza. Non quella da “Svelare” con il Cis, ma quella da costruire con il Pnrr. Mentre dal Contratto istituzionale di sviluppo rimangono fuori – tra le polemiche – tutti i progetti della Città metropolitana dello Stretto, è dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che Reggio si aspetta almeno il Museo del mare, la mega-opera di cui si parla da dieci anni progettata dall’archistar Zaha Hadid e che grazie al programma di ripresa post-Covid sembra destinata finalmente a vedere la luce. Mai sopita la polemica sul precedente accantonamento dell’idea da parte della prima giunta Falcomatà, ora che sono stanziati i primi 53 milioni di euro – e altri 60 ne sono attesi – è arrivato il momento di fare sul serio.
Il progetto è in corso di definitivo aggiornamento, ma bisogna fare i conti con tantissimi altri passaggi tecnico-burocratici. E in quest’ottica si sono strette le maglie dei contatti con l’Autorità portuale, titolare di alcune aree del waterfront interessate dall’intervento. Tassello dopo tassello il puzzle sta prendendo forma. L’ultima novità è l’approvazione, proprio da parte dell’Authority competente sui porti dello Stretto, di un protocollo d’intesa con il Comune di Reggio “ai fini dell’attuazione di un programma complessivo di interventi per la riqualificazione del waterfront portuale per la realizzazione del Museo del Mediterraneo ed il nuovo quartiere turistico-ricettivo del Candeloro”.
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-07-07 01:31:30