Rimonta completata per Nicola Fiorita che sta per diventare il nuovo sindaco di Catanzaro. Il campo largo progressista, guidato da Pd e Movimento 5 Stelle, piazza la propria bandierina sul capoluogo calabrese, mettendo a segno un colpo politicamente molto significativo. Sconfitta pesante per il centrodestra (più civiche) guidato da Valerio Donato, che pure al primo turno aveva incassato un’ampia maggioranza e partiva da poco meno di 13 punti percentuali avanti. La vittoria di Fiorita – suo padre, democristiano doc, guidò il Comune per alcuni mesi nel 1993 – consente il centrosinistra al governo della città dopo dieci anni di dominio incontrastato targato Sergio Abramo. Il successo del docente di Diritto ecclesiastico dell’Unical, 53 anni, è stato in qualche modo favorito anche dal sostegno arrivato da spezzoni del centrodestra guidati da Antonello Talerico (e, seppur non ufficialmente, da Mimmo Tallini), candidato a primo cittadino al primo turno in rappresentanza di una coalizione centrista ma con diversi esponenti provenienti dalla destra. Alla fine Nicola Fiorita ha raccolto 17.823 voti (addirittura 3mila in più del primo turno) pari al 58,24%, mentre Valerio Donato si è fermato a 12.778 (ben 8mila in meno del primo turno) pari al 41,76%.
Il nuovo Consiglio
In ogni caso, con l’elezione di Fiorita si apre il problema della governabilità. La coalizione di centrosinistra parte da una base di 9 seggi su 32 in Consiglio comunale perché lo schieramento pro Donato è stato capace di raccogliere, al primo turno, più del 50 per cento dei consensi e accaparrarsi così 18 seggi. Insomma, siamo di fronte a un classico caso di “anatra zoppa”, termine coniato dai politologi per indicare quei rari casi in cui un sindaco, pur eletto a maggioranza, si trova a “convivere” con un Consiglio comunale la cui maggioranza è rappresentata da liste che avevano sostenuto un diverso candidato a primo…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-06-26 21:52:02