“Ho più di una perplessità sulla riproposizione dell’atto di ratifica della Ced (Comunità europea di difesa – ndr): in primo luogo perché non sono i trattati, i tecnicismi, i documenti che contano ma la volontà politica. E in secondo luogo mi chiedo: stiamo parlando di un trattato che ha circa 50 anni, legato al primo nucleo dell’Europa dove non c’erano la Spagna, il Portogallo… E’ ipotizzabile oggi fare un trattato dove non c’è la Polonia sul tema della difesa? E poi, vorrei anche ricordare che stiamo parlando di un trattato, di una Ced, che era vista come una costola dell’Alleanza atlantica”. Ne parla con l’Adnkronos Stefania Craxi, presidente della Commissione Esteri-Difesa al Senato, commentando la proposta del partito Insieme.
“Ribadisco il problema: non sono i tecnicismi ma la volontà politica. C’era ancora Stalin a quel momento. E’ cambiato il mondo. Non si può non tener conto dei cambiamenti che sono stati in atto in 50 anni e dei cambiamenti impetuosi che stanno avvenendo in quest’ultimo tornante della storia”. Secondo Craxi, infatti “intravedere soluzioni in un momento in cui siamo orfani di un ordine mondiale ed un nuovo ordine non è alle viste, è quanto meno presuntuoso. Detto ciò, è evidente che c’è la necessità di una Europa che sia un soggetto politico, quindi che abbia prioritariamente una politica estera comune per formare un interesse europeo e dopo di una politica di difesa comune per difendere quell’interesse europeo e per essere un soggetto politico in grado di svolgere un ruolo autorevole sullo scenario internazionale. Ma così al momento non è”.
Come giudica i vertici sull’Ucraina convocati dal presidente Macron? “Stiamo parlando di paesi che in questo momento hanno una grande fragilità economica ma anche politica. Stiamo parlando di un Macron in un momento di grande fragilità politica, di una Germania che andrà al voto domenica prossima, quindi diciamo…
Fonte www.adnkronos.com 2025-02-21 15:07:01