Matteo Renzi contro Bruno Vespa in un botta e risposta prolungato. Il fischio d’inizio arriva con le parole del giornalista nella trasmissione Cinque Minuti: Vespa si sofferma sul ‘caso Almasri’, il generale libico rimpatriato dal governo, e afferma che “in ogni stato si fanno cose sporchissime, anche trattando con i torturatori, per la sicurezza nazionale. Questo avviene in tutti gli stati del mondo”.
Arrivano critiche da esponenti dell’opposizione. Vespa risponde a Sandro Ruotolo (Pd): “L’onorevole Ruotolo chieda chiarimenti sulle ‘cose sporchissime’ che fanno governi d’ogni colore e latitudine, a Marco Minniti e Nicola Latorre che per conto del Pd si sono occupati al più alto livello della sicurezza nazionale. Sul generale Almasri i governi Renzi e Gentiloni sanno certamente qualcosa. Sul generale Almasri i governi Renzi e Gentiloni sanno certamente qualcosa”, dice Vespa.
A questo punto, entra in scena Italia Viva, il partito guidato da Renzi. “Bruno Vespa cita Matteo Renzi a proposito del generale Almasri. Spiace prendere atto che Vespa è ormai il portavoce di Fratelli d’Italia. Ma potrebbe essere utile ricordargli che la linea degli accordi con la Libia non è stata seguita dal Governo Renzi, ma – casomai – dai Governi successivi. Se Vespa vuole parlare di Renzi farebbe bene a informarsi prima. Attendiamo le scuse del conduttore”, scrive sui social Enrico Borghi, presidente dei senatori di Italia Viva.
“A me risulta che i due tecnici italiani Bruno Cacace e Danilo Colonego rapiti (forse dall’Isis) in Libia ai confini con l’Algeria il 19 settembre 2016 (governo Renzi) furono liberati il 5 novembre con l’aiuto della milizia Rada di cui Almasri e’ il numero 2”, scrive Vespa in una nota rispondendo alle osservazioni del senatore di Italia Viva Enrico Borghi. “Di Rada si sono serviti tutti i governi successivi per risolvere casi spinosi. Naturalmente si tratta di…
Fonte www.adnkronos.com 2025-01-31 18:24:23