“Creare è la mia ragione d’essere nel mondo” dice Giorgio Armani, che oggi a Parigi ha festeggiato 20 anni nell’alta moda, con la sfilata della nuova collezione della sua linea Privé, per la prima volta ospitata nel palazzo parigino di Rue François 1er.
“Venti anni di Privé – racconta Giorgio Armani – sono stati un viaggio liberatorio, che continua, e che mi soddisfa creativamente così come dal punto di vista del business, aspetto mai secondario. L’alta moda mi ha consentito infatti di esplorare una faccia diversa del mio stile, insieme complementare e alternativa rispetto al prêt-à-porter, a essa accomunato dalla ricerca di una sigla lineare, alta, senza tempo. Racconterei questi anni, quindi, come la storia di un altro Armani, più libero e scintillante, che però è lo stesso Armani che tutti conoscono”.
Infatti per re Giorgio l’alta moda è sì un sogno – come quello svelato in passerella oggi davanti a ospiti come Demi Moore – ma anche “un servizio”. Un equilibrio che a Parigi, spiega ancora, gli ha permesso di “fare viaggi di stile bellissimi, dal Giappone all’ikat, dal color chartreuse alle perle, esplorando con la mia concretezza una dimensione rarefatta, di sogno”.
Armani non vuol far torto a Milano, ma ammette che sfilare nella Ville Lumière “è un po’ come una laurea”. “L’alta moda – dice – non potevo immaginarla in altro luogo” e “Palazzo Armani rappresenta un nuovo punto fermo in questo dialogo con Parigi”, con la sua sede a due passi da Avenue Montaigne, nel cuore elegante della città. Un pezzo di mondo Armani dove oggi ha preso vita l’essenza della collezione Privé, che nelle parole del suo creatore è “una celebrazione della bellezza, e dell’abilità delle mani nel farla; della sperimentazione che illumina e ispira”.
E si chiama proprio Lumières la collezione dall’allure lunare che ha come sfida il “catturare la luce sulle superfici degli abiti”. Una bellezza scintillante che veste una donna in un percorso che tocca le forme e i colori della Cina, i paesaggi della Polinesia, che diventano stampe e ricami, l’opulenza dell’India, l’eleganza lineare del Giappone, il decoro del nord dell’Africa. La silhouette è affusolata e sinuosa: giacche piccole e corte, abiti lunghi, blazer maschili dai volumi sciolti, su tutto pietre che si moltiplicano, quasi fossero incastonate nel tessuto, cristalli che diventano schegge abbaglianti, ricami realizzati a mano che culminano in un prezioso patchwork che omaggia la tradizione indiana.
Una sinfonia di luci perfetta per la Ville Lumiere, applaudita da attrici come Jessica Biel e Laetitia Casta, che Giorgio Armani ha salutato da perfetto padrone di casa, uscendo in passerella a fine sfilata per salutare i suoi ospiti.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA