Strada ancora in salita nel centrodestra per la Consulta. Le trattative arrancano, tra veti incrociati e reciproche accuse, meglio rinviare e così arriva in serata la notizia della sconvocazione del Parlamento in seduta comune prevista per domani. Se ne parlerà il 30 gennaio. Come sempre in questi casi, ognuno rinfaccia all’altro la colpa dello stallo. Maggioranza e opposizione si rimpallano la responsabilità dell’ennesima fumata nera, che certo non farà piacere al Colle. Il totonomi sui 4 giudici costituzionali, quindi, è destinato a continuare. ”La tarantella continua…”, dice a mezza bocca uno sconsolato deputato campano del centrodestra. Unica certezza è Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Giorgia Meloni, che resta blindato da Fratelli d’Italia. Così come non è in discussione il costituzionalista Massimo Luciani, proposto dalle opposizioni e sponsorizzato dal Pd.
I nomi in lizza
Resta l’incertezza sul nome in quota Forza Italia e quello tecnico e bipartisan. In casa azzurra assicurano che il problema è tutto dalle parti delle opposizioni. Antonio Tajani è categorico: “Se volete sapere della Consulta, aspettiamo che la sinistra trovi un accordo e ci faccia delle proposte per il candidato che dovrebbe essere al di sopra delle parti…”. Le minoranze non ci stanno e ribattono: ”E’ il centrodestra che brancola nel buio tant’è che resta ancora un mistero il nome di Fi…”. In Transatlantico, a Montecitorio, tra gli azzurri c’è chi ci scherza su (”Volete sapere il nome di Fi? Non c’è…”) e chi assicura: ”Ce l’abbiamo, eccome, Tajani lo ha confidato oggi a palazzo Chigi agli alleati, ma deve restare coperto per non bruciarlo”.
La verità, come sempre in questi casi, sta in mezzo. Secondo i boatos raccolti alla Camera tramontate le chance per il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto e il senatore Pier Antonio Zanettin, resterebbero in campo…
Fonte www.adnkronos.com 2025-01-22 17:42:00