“‘Il Foglio’ si dispiace che il sottoscritto non sia morto“. Così il giornalista di ‘Report’ Sigfrido Ranucci commenta le parole che Andrea Marcenaro gli dedica nella sua rubrica ‘Andrea’s Version’. Nel ricordare che Ranucci fu inviato nel 2005 a Sumatra per lo tsunami dell’Oceano Indiano, il cronista de ‘Il Foglio’ parla degli oltre 250mila morti di quella catastrofe e conclude il trafiletto sottolineando che “era il 2005. Per Ranucci purtroppo sembrava fatta. E’ riuscito a tornare”.
“Tra tutti gli attacchi di questi giorni dopo la puntata sulla Mafia e ciò che sta accadendo in Palestina spunta questa perla”, commenta Ranucci su Facebook – “Questo è lo stesso giornale che accusava il governo di non fare nulla per la liberazione di #cecilisala, per la quale tutti siamo stati in apprensione e abbiamo pregato. Ora citando un brano del mio libro ‘La Scelta’, edito da Bompiani, si mostra dispiaciuto che io non sia morto. La Sigfrido’s Version, di fronte a un articolo così infame, davanti al quale nessuno proverà vergogna, è quella di un sorriso e fare i dovuti scongiuri. E con me, li fanno tutti i miei cari”.
Anche il Comitato Esecutivo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti è intervenuto. “La libertà di critica, anche aspra, è sempre ammessa, anche fra giornalisti; – si legge nella nota – ma quanto scritto nella rubrica ‘Andrea’s version’ è spregevole e non fa onore a una testata come ‘Il Foglio’. Non si può augurare la morte di nessuno, men che meno di un collega; nel caso specifico Sigfrido Ranucci a cui va la nostra solidarietà. Questo è un esempio di quello che potremmo definire pessimo giornalismo”.
Il figlio di Ranucci: “Mio padre è vivo, ma il giornalismo italiano è morto”
“Caro Andrea, fortunatamente mi sono imbattuto così poche volte nelle pagine del ‘giornale’ in cui scrivi da non sapere né il tuo cognome né se tu, spero vivamente per la categoria di…
Fonte www.adnkronos.com 2025-01-14 15:38:00