La Gazzetta del Sud di oggi, in un articolo firmato da Massimo Calabrò, racconta l’inaugurazione della mostra “Ferramonti, una storia parallela” al Teatro Menotti di Milano. L’esposizione, composta da 14 pannelli con documenti e fotografie inedite, narra la storia del campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, il più grande in Italia durante il fascismo.
La mostra
La mostra non è solo una ricostruzione storica, ma un viaggio emozionante nella resilienza dei prigionieri, che durante la detenzione crearono scuole, concerti e persino un inno fascista. Progettata da Laura Vergallo Levi e Paolo Guido Bassi, l’esposizione assume un significato particolare per Milano, che custodisce nella sinagoga Beth Shlomo di corso Lodi gli arredi della sinagoga di Ferramonti, simbolo di fede e memoria.
Momento centrale dell’evento è stato l’intervento di Ruth Foa, sopravvissuta al campo, che ha condiviso i suoi ricordi d’infanzia, evidenziando come dignità e solidarietà rappresentassero un atto di resistenza. I curatori hanno sottolineato l’importanza di trasmettere alle nuove generazioni la conoscenza di queste storie di resilienza.
Dopo Milano, la mostra proseguirà in altre sedi, a partire dal Liceo Parini e le scuole Faes, con l’obiettivo di mantenere vivo il ricordo di una pagina significativa della storia italiana.