“I confini, e lo dico convintamente, lungi dall’essere strumenti di discriminazione sono lo scudo della pace. Se chiunque potesse entrare in Italia senza regole e senza controlli, nel nostro Paese regnerebbe il caos e la violenza. Chiedo per Matteo Salvini l’assoluzione perché il fatto non sussiste“. Così l’avvocata Giulia Bongiorno ha concluso la sua arringa difensiva al processo Open Arms, che vede imputato il ministro per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per non aver fatto sbarcare nell’estate del 2019 i 147 migranti a bordo della nave Open Arms.
La sentenza sarà emessa il prossimo 20 dicembre, ha reso noto il Presidente della seconda sezione penale di Palermo Roberto Murgia alla fine dell’udienza.
In piazza esponenti e ministri della Lega per esprimere solidarietà a Salvini. “Qui aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo. A testa alta, senza paura, per l’Italia e gli italiani”, ha scritto su X il leader della Lega, postando una sua foto, carte alla mano, mentre entrava nell’aula del carcere dove oggi si è tenuta l’arringa difensiva.
L’arringa di Bongiorno
“Si contesta al ministro Salvini il reato di sequestro di persone per avere tenuto dei migranti a bordo, dal 14 al 19 agosto 2019, al contempo si considera legittimo che Open Arms abbia tenuto a bordo gli stessi migranti dal primo al 14 agosto. Quando era evidente a tutti, persino a Malta, che Open Arms aveva il dovere di andare in Spagna”, le parole con cui l’avvocata Bongiorno ha iniziato l’arringa. “Open Arms ha avuto innumerevoli possibilità di fare sbarcare i migranti ma ha opposto innumerevoli, innumerevoli, innumerevoli rifiuti. Ha scelto di bighellonare anziché andare nel suo Stato di bandiera“.
“Dobbiamo uscire dalla logica che è tutto un diritto – ha scandito Bongiorno – Una cosa è un diritto, un’altra è la pretesa. Esiste un diritto allo sbarco, non esiste il diritto di scegliere dove e come…
Fonte www.adnkronos.com 2024-10-18 09:03:00