“Torno a Catanzaro dopo 40 anni.
L’ultima volta che sono venuto ho fatto due gol e le persone del
posto mi hanno chiesto di non tornare più. Sono tornato lo
stesso 40 anni dopo”. Sul palco del Magna Graecia Film Festival,
Michel Platini introdotto dall’amico ed ex compagno di squadra
Massimo Mauro, ironizza sulla sua presenza nel capoluogo
calabrese dove nel ’83 era stato con la Juventus.
Le roi, intervistato in esclusiva per Sky sport, da Federico
Buffa ha raccontato aneddoti della sua infanzia e particolari
sportivi della sua carriera. “Nel calcio di oggi – ha detto –
c’è qualcosa di eccessivo? Troppe partite in tv, se vedi un
giocatore ogni tre giorni non hai più voglia di guardarlo. Ora
sai sempre tutto, sai come gioca chiunque, non c’è più
curiosità. Quando ero piccolo io volevo che mi chiamassero
‘Pelèatini’ perché Pelè era una leggenda del calcio. Ne
parlavano tutti senza mai averlo visto giocare. Poi è arrivata
l’estate del ’70, l’ho visto in televisione al Mondiale in
Messico e abbiamo capito che ciò che dicevano di lui era tutto
vero. È stato fantastico”.
Organizzata dalla Calabria Film Commission, la serata è
stata caratterizzata dai flashback dell’ex calciatore. Dai
ricordi con papà Aldo e nonno Francesco, ai miti d’infanzia come
Kubala e il suo idolo calcistico Cruijff a cui in realtà non
somigliava tatticamente. “Ho impiegato anni – ha aggiunto – a
studiare la mia tattica. Gli altri studiavano il Teorema di
Pitagora, di cui a me non importava nulla, io passavo ore a
studiare con gli occhi chiusi le posizioni di tutte le persone
presenti in campo, compagni e avversari, pensando a come
anticiparli senza guardare la palla”.
Nel viaggio della memoria non poteva mancare il ricordo
dell’avvocato Gianni Agnelli che lo ha fortemente voluto nella
Juve. “Prima – ha raccontato – sono stato al Saint Etienne dove
sono approdato perché non sono andato al Valencia e all’Inter.
Nell’82 l’avvocato mi ha voluto nella Juventus e all’inizio non
è stato facile. C’erano tutti campioni del mondo. L’avvocato per
me è stato fantastico. Ricordo che quando ha compiuto 70 anni
sono stato invitato e in quell’occasione gli ho regalato il mio
primo pallone d’oro e lui mi chiese se era tutto d’oro. Gli
risposi che se fosse stato tutto d’oro non lo avrei mai dato”.
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Fonte www.ansa.it 2024-07-29 09:54:31