Una ‘ndrina con una struttura
agguerrita, arcaica e predatoria sul territorio di origine, le
Preserre vibonesi, con una forte ala militare ma capace anche di
proiezioni in altre regioni, come Abruzzo e Piemonte, ma anche
in Svizzera. E’ il quadro tracciato da inquirenti ed
investigatori della ‘ndrina Maiolo, colpita stamani
dall’operazione condotta dai carabinieri del Ros e del Comando
provinciale di Vibo Valentia con il coordinamento della Dda di
Catanzaro.
L’inchiesta, ha spiegato il procuratore facente funzioni di
Catanzaro Vincenzo Capomolla, è partita dall’Abruzzo dove la
cosca aveva rivolto le proprie proiezioni che “si sono
manifestate attraverso una serie di iniziative anche di
carattere economico per le quali l’organizzazione si è avvalsa
della collaborazione di soggetti stanziati in quei territori,
riconducibili sia a contesti imprenditoriali sia a contesti
criminali legati al traffico di sostanze stupefacenti, che sono
serviti come trampolino di lancio per l’inserimento della stessa
organizzazione”. Le attività commerciali, ha spiegato il
magistrato, servivano come rete di distribuzione della droga ma
contestualmente a penetrare il mercato abruzzese con prodotti
commercializzati da società riconducibili ai vertici della
cosca, in prevalenza prodotti alimentari e materie prime per i
prodotti caseari.
La violenza degli affiliati è stata sottolineata dal
comandante provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia Luca
Toti. “Dalle indagini dei militari della Compagnia di Serra San
Bruno – ha detto – è emerso che una persona è stata aggredita
brutalmente, riportando lesioni importanti, solo per rimarcare
il loro potere sul territorio”.
Il vice comandante del Ros Gianluca Valerio, ha sottolineato
come l’indagine è partita da L’Aquila e “la prima cosa che ha
colpito è come l’arcaicità mostrata nell’area di origine si
trasformasse in capacità imprenditoriale in una realtà meno
avvezza a confrontarsi con tali realtà. L’indagine – ha aggiunto
– ha anche dimostrato la perniciosità della cosca nello
sfruttare anche i fattori positivi della Calabria sfruttando per
i propri interessi la qualità dei prodotti calabresi”.
L’Abruzzo, ha riferito il comandante del Ros de L’Aquila
Davide Palmigiani, rappresentava per la ‘ndrina la base per
ulteriori ramificazioni, in Piemonte e in Svizzera, dove sono
state eseguite alcune perquisizioni. Palmigiani ha anche
riferito che l’affiliazione di uno degli arrestati è avvenuta in
un carcere abruzzese.
Gli investigatori, infine, hanno sottolineato l’importanza
della cooperazione internazionale anche in questa indagine, con
la Squadra investigativa comune con le autorità elvetiche, e con
il coordinamento di Eurojust e quello di Europol.
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Fonte www.ansa.it 2024-06-21 11:59:03